CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Note sul libro della GENESI

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2011 20:27
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19/04/2011 19:52
 
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 6.7 Così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo

Lettore, ricordatevi di queste parole del Signore Gesù: «Come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del Figliuol dell’uomo»; oppure come è detto in Matteo: «Alla venuta del Figliuol dell’uomo» (Luca 17:26; Matteo 24:37). Ci si vorrebbe persuadere che prima dell’apparizione del Figliuol dell’uomo nelle nuvole del cielo, la giustizia coprirà la terra da un polo all’altro, e che dobbiamo vivere nell’attesa di un regno di giustizia e di pace, prodotto dagli strumenti attualmente all’opera; ma il breve passo or ora citato taglia alla radice tutte queste speranze vane e illusorie. La giustizia copriva forse la terra ai giorni di Noè? La verità di Dio dominava forse su essa? La terra era forse ripiena della conoscenza dell’Eterno come il fondo del mare delle acque che lo coprono? La Scrittura ci risponde che «la terra era ripiena di violenza», che «ogni carne aveva corrotta la propria via sulla terra» e che «la terra anche era corrotta davanti a Dio». Ebbene, sarà così all’avvenimento del Figliuol dell’uomo! La giustizia e la violenza non si rassomigliano affatto, come neanche la malvagità universale e la pace universale. Abbiamo bisogno di un cuore sottomesso alla Parola di Dio e spogliato dalle opinioni preconcette, per comprendere il vero carattere dei giorni che precederanno immediatamente «l’avvenimento del Figliuol dell’uomo». Il lettore non si lasci ingannare, ma si chini con rispetto di fronte alla Scrittura; consideri quale era la condizione del mondo «nei giorni precedenti al diluvio» e si ricordi che com’era allora, così ancora sarà la fine del periodo attuale. L’uomo ai giorni di Noè spiegava effettivamente una potente energia per fare del mondo un soggiorno comodo e piacevole; ma non pensava a farne un luogo degno di Dio, il che sarebbe stato ben diverso. Nello stesso modo ora l’uomo si impegna a spianare in ogni modo il sentiero della vita umana e a renderlo più facile possibile; ma questo non corrisponde a: «preparate nel deserto la via dell’Eterno, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio, affinché ogni carne veda la gloria dell’Eterno» (Isaia 40:3-5).

La civilizzazione domina, ma la civilizzazione non è la giustizia. Si lavora con lo scopo di «spazzare e ornare la casa», ma per renderla adatta a ricevere l’Anticristo e non Cristo. L’uomo usa la propria sapienza per nascondere, negli anfratti delle proprie opere, le macchie e le miserie dell’umanità; ma per quanto nascoste, queste macchie non sono tolte e ben presto riappariranno più odiose che mai. Fra poco le dighe con le quali l’uomo cerca, con tanta perseveranza, di arrestare il torrente della miseria umana, cederanno alla potenza schiacciante del male; si vedranno naufragare gli sforzi dell’uomo per rinchiudere, nei limiti che la carità umana ha inventato, la degradazione fisica, mentale e morale della progenie di Adamo.

Dio ha detto: «La fine di ogni cosa è venuta davanti a me»; non è venuta davanti all’uomo, ma davanti a Dio; e quantunque la voce degli schernitori si elevi per dire: «Dov’è la promessa della sua venuta? perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione» (2 Pietro 3:4), il momento s’avvicina rapidamente in cui gli schernitori avranno la loro risposta: «Il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse» (2 Pietro 3:4-10).

Tale è la risposta di Dio alle beffe degli intelligenti di questo mondo, ma non alle affezioni e all’attesa spirituale dei figliuoli di Dio. Questi ultimi, Dio ne sia benedetto, hanno una prospettiva ben diversa. Aspettano di andarsene incontro allo Sposo, nell’aria, prima che il male sia giunto al colmo e che il giudizio di Dio cada su esso. L’attesa della Chiesa non è di vedere il mondo distrutto dal fuoco, ma il levarsi della «lucente stella mattutina» (Apoc. 22:16).

6.8 Siate riconciliati con Dio

Da qualunque lato e sotto qualunque punto di vista consideriamo l’avvenire, qualunque sia l’oggetto che si presenta alla nostra vista spirituale, la Chiesa nella gloria o il mondo nelle fiamme, la venuta dello Sposo o quella inattesa, del ladro nella notte, la stella del mattino o il sole cocente del mezzogiorno, il rapimento della Chiesa o il giudizio, dobbiamo sentire quanto sia necessario che ci atteniamo alla testimonianza di Dio in grazia verso i poveri peccatori. «Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza!» «Dio era in Cristo quando riconciliava il mondo a sè» (2 Cor. 6:2; 5:19). Ora Dio riconcilia; ben presto giudicherà. Ora tutto è grazia; allora non ci sarà altro che ira; ora Dio perdona il peccato per mezzo della croce; allora lo punirà con le pene eterne. Ora Dio fa pubblicare un messaggio di grazia, della più pura, più abbondante e più gratuita grazia; parla ai peccatori di una redenzione compiuta per mezzo del prezioso sacrificio di Cristo; dichiara che tutto è compiuto; aspetta per poter ancora far grazia: «La lunga pazienza del Signore è salvezza»; «Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi» (2 Pietro 3:9-15). Come tutto ciò rende il tempo attuale solenne! Una grazia sovrana e pura è annunziata, ma il giudizio sospeso è pronto ad eseguirsi!

Se Dio ci ha resi attenti a queste cose, con quale interesse dovremmo seguire lo sviluppo dei suoi disegni! La Scrittura spande la sua luce su tutte le cose; per mezzo di essa non siamo ridotti a considerare gli avvenimenti che si succedono con lo stupore di quelli che non sanno né dove sono né dove vanno; possiamo e dovremmo avere una conoscenza esatta della nostra situazione; dovremmo ben conoscere la tendenza esatta di tutti i principi che sono attualmente in gioco, nel turbine vorticoso verso il quale si precipitano attualmente tutte le correnti. Gli uomini sognano un’età col pensiero che «il giorno di domani sarà come questo, anzi sarà più grandioso ancora!» (Isaia 56:12). Ma, ahimè! quanto sono vani tutti questi pensieri, tutti questi sogni, tutte queste speranze! La fede può vedere invece accumularsi minacciose nubi all’orizzonte del mondo. Il giudizio si avvicina; il giorno dell’ira si affretta; la porta della grazia sta per chiudersi; «l’efficacia d’errore» (2 Tess. 2:11) sta per incominciare! E in vista di tutte queste cose non dobbiamo, noi credenti, elevare una voce d’avvertimento e cercare di bilanciare, con una testimonianza fedele, il disgraziato autocompiacimento dell’uomo? Senza dubbio come Achab accusava Micaiah, il mondo ci accuserà di non profetizzare che del male, ma che importa? Profetizziamo ciò che profetizza la Parola di Dio e facciamolo con l’unico scopo di persuadere gli uomini (2 Cor. 5:11). Solo la Parola di Dio potrà porre i nostri piedi sopra un fondamento immutabile ed eterno. Essa sola potrà toglierci la «canna rotta» e «una speranza fallace» per darci «la Rocca dei secoli» e «una speranza che non confonde» (Rom. 5:5). L’amore vero, l’amor di Dio, non grida: «Pace, pace! mentre pace non v’è» (Geremia 6:14; 8:11) non «intonaca il muro di malta che non regge» (Ezech. 13:10). Dio vuole che il peccatore riposi in pace nell’arca dell’eterna sicurezza, godendo fin d’ora della sua comunione e nutrendo la speranza di godere con Lui del riposo eterno, in una creazione rinnovata, allorché la rovina, la desolazione e il giudizio saranno passati per sempre.

Pedro

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