CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 

Note sul libro della GENESI

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2011 20:27
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.293
Sesso: Maschile
19/04/2011 19:55
 
Quota

 7. Capitoli 10 e 11: Di Noè a Abramo

7.1 Babilonia

Questo capitolo descrive la posterità dei figliuoli di Noè, e fa specialmente menzione di Nimrod, fondatore del regno di Babel ossia di Babilonia, il cui nome occupa un posto particolare nelle pagine del santo libro di Dio.

Babilonia è un nome e un principio ben conosciuto. Dal cap. 10 della Genesi al cap. 18 dell’Apocalisse, Babilonia appare del continuo sulla scena e sempre come nemica di quelli che son chiamati a rendere a Dio una testimonianza pubblica sulla terra: non si deve da ciò dedurre che la Babilonia dell’Antico Testamento sia la stessa di quella del Nuovo Testamento. La prima senza dubbio, è una città, l’ultima è un sistema; l’una e l’altra esercitano una potente influenza, ostile al popolo di Dio.

Israele era appena entrato in guerra con i popoli di Canaan, che «un mantello di Scinear», introdusse la contaminazione e il turbamento, la disfatta e la confusione nell’esercito (ved. Giosuè 7). È il racconto più autentico e più antico che abbiamo dell’influenza perniciosa di Babilonia sul popolo di Dio. Ogni lettore attento delle Scritture sa, d’altronde, quale posto questa occupi nella storia del popolo d’Israele.

Senza menzionare tutti i passi che parlano di Babilonia, faremo notare che ogni volta che Dio ha un corpo di testimoni sulla terra, Satana ha una Babilonia per corrompere e guastare la testimonianza. Quando Dio unisce il suo Nome a una città del mondo, Babilonia prende la forma d’una città. Quando Dio unisce il suo Nome alla Chiesa, Babilonia prende la forma d’un sistema religioso corrotto, chiamato «la grande meretrice», «la madre delle meretrici e delle abominazioni» (Apoc. 17:1-6 e seguenti). In altri termini, la Babilonia di Satana appare sempre come strumento forgiato dalla sua mano allo scopo d’intralciare l’opera di Dio, sia anticamente in Israele, sia ora nella Chiesa. Da un capo all’altro dell’Antico Testamento, si vedono Israele e Babilonia opposti l’uno all’altro: quando uno sale, l’altro scende. Così quando Israele ha completamente fallito come testomonio dell’Eterno, «il re di Babilonia le ha frantumato le ossa» (Geremia 50 17) e lo ha divorato; e i vasi della casa di Dio, che dovevano rimanere nella città di Gerusalemme, sono trasportati nella città di Babilonia. Ma Isaia, nella sublime profezia del cap. 14 del suo libro, ci trasporta di fronte ad uno stato di cose del tutto opposto, e ci fa vedere, in un magnifico quadro, la stella d’Israele crescente e gloriosa e Babilonia rovesciata. «E il giorno che l’Eterno t’avrà dato requie dal tuo affanno, dalle tue agitazioni e dalla dura schiavitù alla quale eri stato assoggettato, tu pronunzierai questo canto sul re di Babilonia e dirai: Come! l’oppressore ha finito? Ha finito l’esattrice d’oro? L’Eterno ha spezzato il bastone degli empi, lo scettro dei despoti;... da che sei atterrato, essi dicono, il boscaiolo non sale più contro di noi» (Isaia 14:3-8).

Ecco ciò che riguarda la Babilonia dell’Antico Testamento. In quanto a quella dell’Apocalisse, il lettore può leggere i capitoli 17 e 18 per conoscerne il carattere e vedere quale ne è la fine; essa appare in un contrasto sorprendente con la Sposa, la moglie dell’Agnello; è gettata nel mare come una gran macina; poi si celebrano le nozze dell’Agnello con tutta la felicità e la gloria.

«E Cus generò Nimrod, che cominciò ad essere potente sulla terra; egli fu un potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno; perciò si dice: come Nimrod il potente cacciatore... E il principio del suo regno fu Babel, Erec, Accad e Calne nel paese di Scinear» (vers. 8-10). Ecco il carattere del fondatore di Babilonia. Egli «fu potente sulla terra», «un potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno»; e il carattere di Babilonia, da un capo all’altro della Scrittura, corrisponde in modo notevole alla sua origine. Babilonia appare sempre con un’influenza potente sulla terra, in lotta contro tutto ciò che è di origine celeste; solo quando è distrutta si innalza nel cielo, in mezzo alla gran moltitudine, il grido: «Alleluia! poiché il Signore Iddio nostro l’Onnipotente, ha preso a regnare» (Apoc. 19:6). Babilonia allora prende fine: tutta la sua potenza e la sua gloria, tutto il suo orgoglio e le sue ricchezze, tutto il suo splendore. il suo incantesimo e la sua vasta influenza cesseranno per sempre; sarà spazzata via e immersa nelle tenebre, negli orrori e nella desolazione d’una notte senza fine.

«O Eterno, fino a quando?»

7.2 La torre di Babele

Il contenuto del capitolo 11 è del massimo interesse per la mente spirituale; riferisce due grandi fatti; la costruzione di Babele e la chiamata di Abramo; in altri termini, lo sforzo dell’uomo per bastare a se stesso, e la rivelazione fatta alla fede di ciò che Dio ha in serbo per essa; il tentativo dell’uomo per stabilirsi sulla terra e l’appello di Dio all’uomo per farvelo uscire e fargli trovare la sua parte e la sua dimora nel cielo.

«Or tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. E avvenne che, essendo partiti verso l’oriente, gli uomini trovarono una pianura nel paese di Scinear e quivi si stanziarono. E dissero l’uno all’altro: Orsù, edifichiamoci una città e una torre di cui la cima giunga fino al cielo, e acquistiamoci fama, onde non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra» (vers. 1-4). Il cuore umano cerca sempre di farsi un nome, un centro; vuole possedere qualcosa sulla terra. Le sue aspirazioni non sono rivolte al cielo, all’Iddio del cielo, alla gloria del cielo; ma sempre a un oggetto sulla terra. Quando è lasciato a se stesso, l’uomo «edifica» sempre sotto il cielo; ci vuole l’appello di Dio, la rivelazione di Dio e la potenza di Dio per elevarlo al disopra del mondo contingente.

Nella scena che abbiamo sotto gli occhi, Dio non è né riconosciuto né ricercato; il cuore dell’uomo non si preoccupa di preparare un luogo dove Dio possa fare la sua dimora, né di radunare materiali per edificargli un tempio. Il nome di Dio non è neppure menzionato. L’uomo nella pianura di Scinear s’adoperava per acquistarsi una reputazione, e da allora ha sempre fatto così; nella pianura di Scinear come sulle rive del Tigri, lo vediamo sempre ricercare se stesso, esaltare se stesso, escludendo Dio ovunque e in tutte le cose; e, fra i suoi disegni, i suoi principi e le sue vie, vi è una triste coerenza.

Ora, qualunque sia il punto di vista sotto il quale consideriamo questa associazione Babilonese, è molto istruttivo vedervi lo spiegamento precoce del genio e delle facoltà dell’uomo. Seguendo il corso della storia del mondo, ritroveremo ovunque, negli uomini, questa tendenza a costituire delle associazioni e delle confederazioni: è in gran parte con questo mezzo che essi cercano di giungere alla realizzazione dei loro disegni: si tratti di filantropia, di religione o di politica, nulla si fa senza un’associazione regolarmente organizzata. È bene porre attenzione su questo principio, e vederne i primi accenni a la prima applicazione nella pianura di Scinear: la Scrittura ci insegna il piano, lo scopo e la prova stessa di questa associazione e anche la sua rovina. Se nel momento attuale guardiamo attorno a noi, ovunque incontriamo delle associazioni. Ma è importante notare che la prima di tutte fu quella della pianura di Scinear, costituita allo scopo di assicurare gli interessi dell’umanità e di esaltare il nome dell’uomo, scopo che, il nostro secolo di luce e di civiltà non rinnegherebbe di certo. Ma la fede discerne un grave difetto in tutte queste associazioni: Dio è escluso. Voler elevare l’uomo senza Dio, significa elevarlo ad una altezza vertiginosa donde scivolerà e cadrà in una confusione disperata e in una irrimediabile rovina.

Il credente non dovrebbe conoscere altra associazione che quella della Chiesa dell’Iddio vivente, costituita, in un solo corpo, dallo Spirito Santo disceso dal cielo come testimone della glorificazione di Cristo per battezzare in un solo corpo tutti i credenti e farne l’abitazione di Dio.

Babilonia è, sotto ogni aspetto, il contrario di ciò che è la Chiesa; e alla fine, diventa «albergo di demoni», come ce lo insegna il cap. 18 dell’Apocalisse.

«E l’Eterno disse: Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti il medesimo linguaggio; e questo è il principio del loro lavoro; ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare. Orsù scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro: così l’Eterno li disperse di là sulla faccia di tutta la terra, ed essi cessarono di edificare la città» (vers 6 a 8). Tale fu la sorte della prima associazione d’uomini e ne sarà così fino alla fine. «Popoli, alleatevi e sarete frantumati... equipaggiatevi e sarete frantumati, fate pure dei piani e saranno sventati « (Isaia 8:9).

Pedro

Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com