CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Note sul libro della GENESI

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2011 20:27
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19/04/2011 20:07
 
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13.3 L’intercessore

Che uso fece Abrahamo di ciò che Dio gli aveva rivelato e della beata posizione di cui godeva? Di che cosa era occupato nella presenza di Dio? Intercedere per gli altri davanti all’Eterno! Ed è questo il terzo privilegio concesso ad Abrahamo in questo capitolo. Abrahamo poteva intercedere per coloro che si trovavano mescolati al popolo corrotto di Sodoma ed erano in pericolo di essere coinvolti nel terribile giudizio di questa città colpevole.

Come accade sempre in casi simili, Abrahamo fece buon uso della sua posizione vicino a Dio. L’anima che può avvicinarsi a Dio «in piena certezza di fede», avendo il cuore e la coscienza perfettamente in pace, riposandosi su Dio per il passato, per il presente e per l’avvenire, sarà anche in grado di intercedere per gli altri e intercederà per essi. Chi ha rivestito l’armatura completa di Dio può pregare «per tutti i santi». (Efesini 6:18); e, sotto tutti gli aspetti, questo ci fa intravedere l’intercessione del «nostro gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i cieli» (Ebrei 4:14)! Che riposo infinito egli trova in tutti i consigli divini, nella coscienza piena e perfetta della sua accettazione! Egli siede sul trono del Padre, fra lo splendore della gloria, intercedendo, davanti alla Maestà, per coloro che sono in mezzo alle pene e alle contaminazioni della presente scena. Quanto sono felici e sicuri i beati oggetti della sua intercessione onnipotente! Piacesse a Dio che i nostri cuori fossero meglio penetrati del valore di tale privilegio; e aperti da una personale comunione con Dio, potessero capire meglio l’infinita pienezza della sua grazia efficace e della sua provvidenza in tutti i nostri bisogni!

Vediamo in questo passo che, per quanto benedetta potesse essere l’intercessione di Abrahamo, essa era tuttavia limitata, perché l’intercessore non era che un uomo; non arrivava all’altezza del bisogno. Abrahamo dice: «Parlerò solo ancora una volta», poi si ferma, come se temesse di aver presentato, al tesoro della grazia, una tratta troppo considerevole o come se dimenticasse che l’assegno della fede è sempre stato onorato alla banca di Dio. Non che Iddio lo tenesse allo stretto; vi era abbondanza di grazia e di pazienza in Lui per ascoltare le richieste del suo caro servitore, se avesse perseverato ad intercedere per amore di tre o anche di un solo giusto; ma è il servitore stesso che fa difetto. Teme di oltrepassare l’ammontare del suo credito; cessa di domandare e Dio cessa di dare. Non è cosi del nostro benedetto intercessore: di Lui si può dire: «Può salvare appieno... vivendo Egli sempre per intercedere» (Ebrei 7:25). Possiamo noi attaccarci a Lui in tutti i nostri bisogni, nelle nostre debolezze e nelle nostre lotte!

13.4 Gli eventi futuri e la speranza della Chiesa

Prima di terminare questo capitolo, vorrei fare una riflessione. Quando si studiano le Scritture, è molto importante distinguere fra il governo morale di Dio riguardo al mondo, e la speranza particolare della Chiesa. Tutte le profezie dell’Antico Testamento e gran parte di quelle del Nuovo, trattano del governo morale di Dio sul mondo e offrono così al credente un soggetto di studio di grande interesse. È infatti interessante sapere ciò che Dio fa e farà riguardo a tutte le nazioni della terra; leggere i suoi pensieri in merito a Tiro, a Babilonia, a Ninive, a Gerusalemme, riguardo all’Egitto, all’Assiria e al paese d’Israele. Ma ricordiamoci che queste profezie non trattano della speranza particolare della Chiesa, poiché, se l’esistenza stessa della Chiesa non vi è rivelata in modo diretto, come potrebbe esserlo la sua speranza?

Ciò non significa che le profezie dell’Antico Testamento non contengano una ricca messe di principi divini e morali di cui la Chiesa può far profitto, ma questo è tutt’altra cosa che trovare in esse la sua esistenza e la sua specifica speranza. Pur tuttavia, gran parte di queste profezie sono state applicate alla Chiesa e si è tanto oscurato e ingarbugliato il soggetto, che le menti semplici sono state distolte dal suo studio pur così pieno d’insegnamenti, e indotte a trascurare anche il soggetto che ne è del tutto distinto: la Speranza della Chiesa. Questa speranza, è ovvio ripeterlo, non ha nessun rapporto con ciò che riguarda le vie di Dio verso le nazioni, ma consiste nell’andare incontro al Signore Gesù nell’aria, per essere sempre con Lui e come Lui (veci. 1 Tess. 4:13 e seg.).

Alcuni dicono purtroppo: «Non sono portato per lo studio della profezia». È possibile; ma avete voi un cuore per Cristo? Se amate Cristo, amerete anche la sua venuta, quand’anche foste incapaci di investigazioni profetiche. Una moglie che ama suo marito può mancare di capacità per entrare nei suoi affari, ma se egli è assente avrà il cuore occupato del suo ritorno; può non comprendere nulla del suo diario o dei suoi libri, ma riconosce il suo passo e distingue la sua voce. Il meno istruito fra i credenti, se ama la persona del Signore Gesù può nutrire il più intenso desiderio di vederlo, e tale è la speranza della Chiesa. L’apostolo poteva dire ai Tessalonicesi: «Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire all’Iddio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il suo Figliuolo» (1 Tess. 1:9-10). È evidente che al momento della loro conversione, i santi di Tessalonica avevano una conoscenza molto incompleta della profezia e del soggetto speciale di cui essa si occupa: eppure, fin d’allora, sono stati messi in possesso e posti sotto la potenza della speranza propria della Chiesa, che è di aspettare la venuta del Figliuolo. Ne è così da un capo all’altro del Nuovo Testamento; quivi anche troviamo delle profezie e il governo morale di Dio; ma un gran numero di passi ci provano che la speranza comune dei credenti dei tempi apostolici, era la venuta del Figliuolo di Dio, il ritorno dello Sposo.

Possa lo Spirito Santo far rivivere questa «beata Speranza» della Chiesa, radunare gli eletti, e «preparare al Signore un popolo ben disposto» (Luca 1:17).

Pedro

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