CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

💝

 

 

Note sul libro della GENESI

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2011 20:27
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.293
Sesso: Maschile
19/04/2011 20:13
 
Quota

17.3 La prova della fede

Tuttavia, la dedizione di Abrahamo a Dio fu chiaramente dimostrata e pienamente accettata. «Poiché ora — dice Dio — so che tu temi Iddio, giacché non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo» (vers. 12). Notate queste parole: «ora so». Fino a quel momento la prova non era stata data; la fede c’era, e Dio lo sapeva; ma il punto importante è che Dio fa dipendere la conoscenza che ha di questa fede dalla prova concreta che Abrahamo stesso ha dato davanti all’altare sul monte Moriah.

La fede si manifesta sempre per mezzo delle opere, e il timore di Dio per mezzo dei frutti che ne derivano. «Abrahamo nostro padre, non fu egli giustificato per le opere quando offrì il suo figliuolo Isacco sull’altare?» (Giac. 2:21). Chi oserebbe mettere in dubbio la sua fede? Spogliate Abrahamo della sua fede, ed egli appare sul monte Moriah come un micidiale e un pazzo. Tenete conto della sua fede, ed egli appare come un adoratore fedele e devoto, come un uomo che teme Iddio ed è giustificato.

Bisogna che la fede sia dimostrata: «Che giova, fratelli miei, se uno dice d’aver fede, ma non ha opere?» (Giac. 2:14). Una professione di fede senza potenza e senza frutti non soddisfa né Dio né gli uomini. Dio cerca della realtà e la onora dovunque la trova; quanto agli uomini, essi non comprendono che una espressione vivente e intelligibile d’una fede che si manifesta per mezzo delle opere. Viviamo in un’atmosfera di pietà apparente: il linguaggio della fede è su tutte le labbra, ma la fede stessa è una perla quanto mai rara; quella fede che rende capaci di lasciare la sponda delle circostanze presenti per andare incontro ai marosi, per affrontarli, per sostenerne l’impeto, allorquando il Maestro sembra addormentato.

17.4 Giustificato dalla fede, giustificato dalle opere

Non sarà forse superfluo dire una parola in merito all’armonia che esiste fra l’insegnamento di Giacomo e quello di Paolo sulla giustificazione. Il lettore intelligente e spirituale che accetta la piena ispirazione delle Sacre Scritture sa benissimo che non è né con Giacomo né con Paolo che abbiamo a che fare in questa importante questione. Lo Spirito Santo si è misericordiosamente servito di questi due uomini, onorati da Dio, per trasmettere i suoi pensieri, come noi potremmo servirci ora d’una penna qualunque per scrivere i nostri; con tutto ciò non si può parlare di contraddizione fra le due penne, in quanto lo scrittore è uno solo. È tanto impossibile che due uomini ispirati si contraddicano quanto è impossibile che due corpi celesti possano venire in collisione seguendo ciascuno l’orbita tracciatagli da Dio. Vi è in realtà, come possiamo aspettarci, la più perfetta armonia fra questi due apostoli; anzi, sulla questione della giustificazione, uno è il complemento e il commentatore dell’altro. L’apostolo Paolo ci dà il principio interno; Giacomo lo sviluppo esterno dello stesso principio. Il primo si occupa della vita interiore, l’ultimo della vita manifestata; il primo considera l’uomo in connessione con Dio, l’ultimo lo considera nei suoi rapporti con i propri simili. Abbiamo bisogno dell’uno come dell’altro, poiché il principio interno non può esistere senza la vita esterna, come del resto quest’ultima non avrebbe né valore, né potenza, senza il principio interno.

«Abrahamo fu giustificato» quando «credette Dio», e «Abrahamo fu giustificato» quando «offerse il suo figliuolo». Nel primo di questi due casi si tratta della sua condizione segreta davanti a Dio, nel secondo della sua professione davanti al cielo e alla terra. È bene comprendere questa differenza. Non vi fu alcuna voce dal cielo allorquando «Abrahamo credette Dio», per quanto Iddio l’abbia visto allora e l’abbia tenuto per giusto; ma quando ebbe offerto il suo figliuolo sull’altare, Dio ha potuto dire: «Ora ho conosciuto», e il mondo intiero ebbe la prova irrecusabile del fatto che Abrahamo era un uomo giustificato. Sarà sempre così. Laddove esiste il principio interiore vi è anche l’atto esteriore, e tutto il valore di quest’ultimo dipende dal suo rapporto col primo. Se si separa per un momento l’atto di Abrahamo, come Giacomo lo presenta, dalla fede di Abrahamo, quale Paolo la espone, quale virtù giustificante possederebbe ancora questa fede? Nessuna, di certo! Tutto il suo valore, tutta la sua efficacia, derivano dal fatto che esso è la manifestazione esterna di quella fede in virtù della quale Abrahamo è già stato considerato giusto davanti a Dio.

Tale è l’armonia perfetta che esiste fra Giacomo e Paolo; o piuttosto tale è l’unità della voce dello Spirito Santo, che si faccia udire per mezzo di Paolo o per mezzo di Giacomo.

17.5 Il risultato della prova

Ma ritorniamo al soggetto del capitolo che ci occupa. È molto interessante vedere come la prova della fede di Abrahamo lo porti ad una conoscenza più profonda del carattere di Dio.

Quando ci è dato di sostenere la prova che Dio stesso ci dispensa, siamo certi di fare nuove esperienze relativamente al carattere di Dio, e d’imparare così ad apprezzare il valore della prova. Se Abrahamo non avesse levata la sua mano per «scannare» il suo figliuolo, non avrebbe mai conosciuto tutta l’eccellente grandezza delle ricchezze del nome che ora egli applica a Dio, cioè: «Iehovah-jireh» ossia: «Il Signore provvederà».

È solo quando siamo veramente messi alla prova che scopriamo quello che Dio è. Senza prove non potremo mai essere che dei teorici, ma Dio non vuole che siamo soltanto tali; vuole che penetriamo nella profondità della vita che è in Lui stesso, nelle realtà di una comunione personale con Lui. Con quali convinzioni e sentimenti Abrahamo dovette rifare la strada da Moriah a Beer-Sceba! Come i suoi pensieri riguardo Dio, riguardo Isacco e riguardo ogni cosa dovevano essere differenti!

Possiamo dire veramente: «Beato l’uomo che sostiene la prova» (Giac. 1:12). La prova è un onore conferito dall’Eterno stesso, e sarebbe difficile apprezzare tutta la gioia che deriva dall’esperienza che essa produce. Quando l’uomo è indotto a riconoscere che tutta la sua saviezza vien meno (Salmo 107:27), allora è in grado di scoprire ciò che Iddio è. Ci conceda Iddio di sopportare la prova affinché la sua opera si manifesti e il suo Nome sia glorificato in noi!

17.6 Conferma delle promesse

Prima di chiudere questo capitolo, fermiamo ancora per un istante la nostra attenzione sulla benevolenza con la quale l’Eterno rende testimonianza ad Abrahamo per aver compiuto l’atto per il quale si era dimostrato così preparato.

«Io giuro per me stesso, dice l’Eterno, che, siccome tu hai fatto questo e non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido dei mare; e la tua progenie possiederà la porta dei suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai obbedito alla mia voce» (vers. 16-18). Questo corrisponde mirabilmente al modo in cui lo Spirito Santo riferisce l’opera di Abrahamo al capitolo 11 dell’Epist. agli Ebrei, e nell’epistola di Giacomo al Cap. 2. Nell’una e nell’altra di queste parti della Scrittura, Abrahamo è considerato come avendo offerto il suo figliuolo sull’altare. Il grande principio messo in rilievo da tutte queste testimonianze, è che Abrahamo era pronto ad abbandonare ogni cosa fuorché Dio: ed è lo stesso principio che lo costituì uomo giusto e che provò che era giusto.

La fede può fare a meno di tutto fuorché di Dio: essa ha la piena coscienza che Dio è sufficiente a tutto. Perciò Abrahamo poteva apprezzare al loro giusto valore queste parole: «Ho giurato per me stesso». Sì, questi meravigliosa parola «per me stesso» era tutto, per quell’uomo di fede; «Poiché, quando Iddio fece la promessa ad Ahrahamo, siccome non potea giurare per alcuno maggiore di lui, giurò per se stesso; perché gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine ad ogni contestazione. Così volendo Iddio mostrare vie meglio agli eredi della promessa l’immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento» (Ebrei 6:13,16,17).

La parola e il giuramento dell’Iddio vivente dovrebbero mettere fine a tutte le contestazioni e a tutta l’attività della volontà dell’uomo, ed essere l’àncora immutabile dell’anima in mezzo ai marosi e al turbinio di questo mondo burrascoso.

Dobbiamo giudicarci continuamente a causa della poca potenza che le promesse di Dio esercitano sul nostro cuore. Le promesse ci sono, e noi le crediamo, ma, ahimè! esse non sono per noi quella immutabile e potente realtà che dovrebbero essere! Così, non ne ricaviamo quella «ferma consolazione» che esse hanno lo scopo di comunicare.

Come poco siamo pronti a sacrificare, nella potenza della fede, il nostro Isacco! Domandiamo a Dio che si degni di concederci una conoscenza più profonda della beata realtà d’una vita di fede in Lui, affinché comprendiamo anche meglio il valore di queste parole dell’apostolo Giovanni: «Questa è la vittoria che ha vinto il mondo, cioè la vostra fede».

È solo per la fede che possiamo vincere il mondo. L’incredulità ci pone sotto la potenza delle cose presenti, o in altri termini, dà al mondo la vittoria sopra noi; mentre l’anima che, per mezzo dell’insegnamento dello Spirito Santo, ha imparato a realizzare che Dio è sufficiente a tutto, è del tutto indipendente dalle cose di quaggiù. Ci sia dato, caro lettore, di farne l’esperienza per la nostra pace e la nostra gioia in Dio, onde Egli sia glorificato in noi.

Pedro

Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com