| | | OFFLINE | Post: 5.293 | Sesso: Maschile | |
|
02/09/2012 16:15 | |
Uno allora può pensare: “Non mi tornano i conti, perché se ha creato la luce il primo giorno, deve necessariamente aver creato il sole e la luna il primo giorno, perché sennò come fa ad esserci la luce? E allora che succede al quarto giorno?” - fermo restando che gli autori sacri qui non vogliono ricostruire quello che è cronologicamente avvenuto, quindi l’incongruenza a loro non interessa, perché non sono minimamente interessati ad una congruenza temporale, ma ad indicare il senso, quando mettono il sole e la luna a metà settimana.
Perché il quarto giorno è il mercoledì, partendo dalla domenica. Il giorno degli astri è a metà della settimana. Se lo mettono lì è perché vogliono indicare qualche cosa degli astri, che è diverso dal semplice illuminare il giorno come fa il sole così che ci siano il giorno e la notte. In altre parole, quando Dio il primo giorno crea la luce, crea il tempo cosmico, questo tempo indefinito e indistinto che è un semplice alternarsi di giorno e notte e basta. Non c’è alcuna possibilità di stabilire delle cesure, di mettere delle differenze. Tra l’altro guardate che anche Israele capiva che la luce veniva dal sole e di giorno c’era la luce per questo. Ma non c’erano i fanali e di notte c’era comunque tanta luce. La luna e le stelle fanno luce. Senza luce elettrica, in una notte di luna piena tu puoi leggere un libro, perché la luce c’è.
Quindi quando si parla di luce e tenebre non necessariamente ci si riferisce al sole e alla luna, che vengono dopo, a metà settimana, per indicare che hanno una funzione diversa, non semplicemente l’alternanza cosmica indefinita, ma, come dice il testo: “Servano da segni per le stagioni e per i giorni e gli anni”. Il sole e la luna non sono più il tempo cosmico indistinto, ma l’inizio e quindi la trasformazione del tempo cosmico in tempo storico.Pedro
|
|
|
|
|