CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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26/02/2012 20:06
 
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L’avvenimento del sacrificio che sarebbe stato offerto per morti, in 2Maccabei 12:40-45, è, in modo assoluto, in contraddizione con la dottrina biblica; niente e nessuno negli Scritti Sacri, parla neanche lontanamente di un sacrificio da offrire per i morti, anzi viene detto sempre il contrario. Se dovessimo prendere in considerazione tutti i fatti, avvenimenti e le fantasmagoriche dottrine, espresse dai più svariati libri apocrifi (i quali sono numerosissimi), ci ritroveremmo a dover vivere in una fede contraddittoria, puerile, umana, inconcepibile, leggendaria e mistificata. Quindi, anche se figurano nel canone cattolico, i libri di Maccabei, (e non solo), non sono Scritture ispirate da Dio, perciò è errato prendere quel passo prima citato a sostegno del suffragio per i morti. Poi va detto per quel che concerne il sacrificio, fatto offrire per i morti da Giuda Maccabeo, che questo si opponeva e si oppone in maniera assoluta alla legge di Mosè, nella quale non erano prescritti dei sacrifici da offrire per i peccati dei morti (ma solo per quelli dei vivi), quindi, quand’anche Giuda abbia fatto quel gesto, egli non si è attenuto alla legge dei suoi padri.

Il che rende nullo il suo gesto, perché non prescritto dalla legge di Mosè data da Dio al suo popolo. Nella storia di Israele, raccontata nella Bibbia, vi furono ripetutamente circostanze nelle quali uomini di fede, sacerdoti, ecc., offrivano sacrifici a Dio esclusivamente per il benessere dei viventi e per ringraziare il Signore. Nemmeno una sola volta negli Scritti Sacri è raccontato o decritto un sacrificio o una preghiera per i morti, anzi, sia la legge di Mosè che il canone generale biblico vi si oppongono; la legge di Mosè, in modo implicito, il canone generale, invece, in modo esplicito. E, quindi, i teologi cattolici prendono a sostegno dei loro suffragi e preghiere per i morti, niente di meno che un gesto senza valore di un giudeo.

In sintesi, cari teologi cattolici, dov’è la dottrina del purgatorio in questo passo? Innanzi tutto, è bene precisare che tale fatto potrebbe non essere realmente accaduto o comunque non in quei termini; ciò viene reso possibile anche dal fatto che nello stesso libro vi sono contraddizioni evidenti, tra le quali quelle riguardanti ciò che Geremia avrebbe detto a proposito dell’arca, e quelle riguardanti la morte di Antioco Epifane.

Tutto ciò non ci proibisce di pensare (anzi ci induce a pensare e a credere) che anche per tale avvenimento possa esserci stato una narrazione non coerente con la realtà, probabilmente proprio perché risulta che il Giasone di Cirene si attenne, oltre a delle fonti storiche anche a delle tradizioni e fonti orali provenienti da svariati ambiti leggendari e mistici.

Pedro

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Ma volendo pure credere che tale avvenimento sia realmente accaduto, si deve notare come errori del genere furono commessi perfino da uomini di fede come, ad esempio, Aaronne, che spinto dal popolo contrastò la legge di Dio, quando eresse un vitello d’oro: Esodo 32:1-10, Iefte uomo di fede, che non volendo revocare un’avventata promessa fatta al Signore, (promessa che era contro la Parola di Dio), sacrificò sua figlia: Giudici 11:29-40 (cosa abominevole per Dio). La legge mosaica non prescriveva sacrifici umani, anzi era in opposizione a queste cose. Non perché fatti da uomini di fede, tali gesta devono essere seguite o ritenute giuste. (Giudici 11:29; Iefte, ad esempio, era un uomo di fede, “sul quale era sceso lo Spirito del Signore”). Così, se Giuda fece offrire davvero tale sacrificio per i morti, sbagliò, come sbagliarono pure in modo diverso uomini di fede come Aaronne, Iefte ed altri ancora. Noi dobbiamo seguire quanto la Parola di Dio ci dice di fare, non gli errori di uomini del passato, come anche del presente. Se Giuda Maccabeo fece realmente tale cosa, sbagliò completamente in quanto si oppose alla Parola di Dio. Inoltre, il Giasone di Cirene nello scrivere l’accaduto ci ha aggiunto la sua opinione ottimistica del gesto compiuto da Giuda. Ma l’autore Giasone e anche gli scrittori, che sintetizzarono poi la sua opera, non erano scrittori ispirati e il gesto menzionato di Giuda non conta niente e non ha alcun valore biblico. Inoltre, può essere anche possibile che il commento al gesto di Giuda sia opera degli scrittori che sintetizzarono i cinque libri. Per di più, è più probabile che Giasone, nel raccontare tale avvenimento, si sia affidato a fonti non vere e leggendarie, del resto egli scrive molti decenni dopo i fatti accaduti riguardanti i Maccabei. In conclusione, è chiaro che anche se la Bibbia, (o un libro apocrifo come nel caso di 2 Maccabei nei riguardi di Giuda), racconta alcune gesta di uomini di fede, qualora questi si fossero trovati a contrastare la Parola di Dio, con delle loro azioni, non bisogna però seguire il loro esempio.

È utile sapere inoltre che, sotto Alessandro Magno, la Grecia entrò per la prima volta in contatto diretto con la Giudea che soccombette senza combattere.

Dal tempo di Alessandro, l’influenza greca entrò nella religione ebraica. Anche dopo la conquista romana al tempo di Gesù, l’influenza della lingua, della cultura e della filosofia greca era sempre ben infiltrata nella religione ebraica. Al tempo dei Maccabei, gli ebrei erano stati colonizzati già da un pezzo, e la filosofia greca che affermava tre stadi dopo la morte, anziché due, può verosimilmente, anzi quasi con certezza, aver influenzato con una sorta di semi-gnosticismo e di sincretismo alcuni comuni giudei, ma perfino alcuni tra rabbini e sacerdoti.

Infatti, al tempo di Gesù, vi erano ebrei che parlavano l’aramaico, ma anche ebrei che parlavano correntemente il greco (i cosiddetti ebrei ellenici), e chi addirittura tutte e due le lingue.

Pedro

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26/02/2012 20:07
 
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Nessun vero credente si sognerebbe di copiare quanto fece Aaronne col vitello d’oro o Iefte col sacrificio della figlia, così non vedo perché dal gesto di Giuda, la Chiesa Romana debba estrapolare l’iniqua dottrina del purgatorio e del suffragio per i morti. Se Giuda fece realmente ciò, non fu ispirato da Dio, come non lo furono né Aaronne, né Iefte, nelle loro gesta citate. Nella legge precisissima e piena di dettagli di Mosè, nulla è scritto riguardo a dei sacrifici da offrire per i morti; essa descrive rituali, cerimonie, feste e sacrifici per i vivi, in modo assai dettagliato; parla in modo specifico dei comandamenti morali, delle norme di giustizia e di come e quando amministrarle, e con tutto ciò, non avrebbe dovuto dedicare (leggere il Pentateuco per averne un’idea) una sola parola per spiegare e ordinare un ipotetico sacrificio dovuto ai defunti? Tra l’altro così vitale per le anime purganti, per avere ristoro dal fuoco e un’abbreviazione della pena? Questo sarebbe in contraddizione con la precisione dei dettagli elencati dalla legge di Mosè, e per di più, sostenere la tesi dei suffragi e del purgatorio, in questo passo di 2Maccabei, offenderebbe non poco la legge di Mosè, che è presentata in tutti i suoi aspetti, in modo completo, facendola passare come mancante di altri ordinamenti divini utili ed efficaci e quindi incompleta. A voi il commento.

Due sono le ipotesi, o il fatto è vero e quindi Giuda non fu ispirato certamente da Dio in quella circostanza, ma influenzato probabilmente dalla filosofia greca che aveva dato vita ad un specie di sincretismo che può aver affascinato e preso lui, (come anche altri), il quale (Giuda) agì “mosso da pietà” per quei defunti e per la certezza e piena fiducia nella “risurrezione dalla tomba”, o l’autore del libro riportò semplicemente un fatto non realmente accaduto, (o, comunque, non in tali modi descritti nel libro), risalente a fonti orali o anche scritte, leggendarie e mistificate.

È pur certo che Giuda, (se vogliamo credere che tale avvenimento sia realmente accaduto), nel voler offrire un sacrificio per quei morti (che erano incorsi in tale disgrazia per aver portato con sé oggetti sacri agli idoli di Iamnia), credeva che Dio, nel giorno della resurrezione, potesse resuscitarli, perdonandoli da tali peccati; non è in alcun modo implicita la credenza del purgatorio in tale atto, è ben noto pure come tuttavia il proposito dello scrittore o narratore non è affermare una tale dottrina, ma solo quello di voler raccontare un tale (ipotetico) avvenimento, per descrivere la realtà e veracità della dottrina della resurrezione: 2Maccabei 12:44-45 (anziché la dottrina del purgatorio).

In tutta la Scrittura ispirata non vi è alcun accenno a un sacrificio per i morti, né tanto meno ad un purgatorio dopo la morte. Qualcuno potrebbe obbiettare a quanto detto prima, dichiarando che anche se i cinque libri di Giasone potevano non essere ispirati, Dio potrebbe invece aver ispirato gli scrittori che sintetizzarono tale opera in un unico libro, ovvero potrebbero affermare che l’odierno libro di 2Maccabei è ispirato, in quanto il Signore potrebbe aver suscitato negli scrittori l’ispirazione divina, i quali avrebbero usato, come base del loro testo, dei libri storici non ispirati (i cinque libri di Giasone), come d’altronde avviene per i libri 1-2 Re, e 1-2 Cronache, nei quali gli scrittori ispirati, senza dubbio, affermano a volte implicitamente, a volte esplicitamente di aver preso le fonti storiche del loro racconto ispirato da altri libri storici non ispirati. Rispondo: innanzi tutto, in 1-2 Re, e in 1-2 Cronache, gli scrittori ispirati fanno assumere alla loro opera una propria personalità individuale, dovuta all’ispirazione divina, e non compare, in alcun modo, la vecchia personalità individuale dei libri storici non ispirati usati come fonti per il libro ispirato. Nel libro 2Maccabei, invece, avviene l’opposto; gli scrittori (quelli che hanno sintetizzato l’opera dei cinque libri di Giasone) hanno completamente e certamente lasciato la personalità e individualità propria dei cinque libri di Giasone (2Maccabei 2:23,28).

Pedro

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26/02/2012 20:07
 
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Quando Dio ispirava uno scrittore, non lasciava alcuna opportunità e occasione di trasmettere nel libro ispirato l’identità e la personalità propria di quei libri non ispirati, usati come fonti storiche, e nemmeno date o avvenimenti non veri e non reali.

Nel libro 2Maccabei invece è assolutamente chiaro che gli scrittori hanno lasciato pensiero, opera e ideologia dell’autore Giasone, senza preoccuparsi di lasciare la propria sotto l’influsso dello Spirito Santo e di dare, attraverso l’influenza di Egli, al nuovo libro un’identità nuova, che in effetti non c’è stata. Quando Dio ispira, lo fa con potenza e i segni che lascia sono alcuni evidenti ed altri evidenziabili. Chi legge il libro 2Maccabei si renderà subito conto che gli scrittori hanno semplicemente sintetizzato l’opera di Giasone, lasciando l’identità, la personalità e l’individualità dell’opera di Giasone, del tutto intatta. (Inoltre, se fossero stati ispirati gli scrittori, che sintetizzarono l’opera, non avrebbero dovuto lasciare il pensiero personale del Giasone riguardo al suo scritto, specialmente intriso com’è di pensiero e insicurezza umana: c. 15:37-39). Nel libro 2Maccabei, invece, si dà fin troppa importanza all’autore originario dell’opera, e questo è fin troppo contraddittorio, se si vuol considerare il libro 2Maccabei come ispirato, perché l’autore vero e autentico, in questo caso, sarebbe stato lo Spirito Santo. Nel libro 2Maccabei si vuole, da parte degli scrittori, lasciare completamente intatti, pensiero, ideologia e identità dell’autore umano Giasone e si sprecano fin troppe parole per la sua presentazione (c. 2:23-32). In conclusione, né i cinque libri di Giasone sono ispirati, né lo è l’opera forgiata da codesti libri dagli scrittori anonimi di 2Maccabei. Inoltre, gli scrittori di 2Maccabei non avrebbero, se la loro opera fosse ispirata, riportato simili parole in 2Maccabei 15:37-39. Caro lettore, se noi dovessimo leggere i numerosissimi libri apocrifi leggendari, mistici e contradditori, avremmo in noi, (se dovessimo essere tentati di credere a tutto quello che tali libri riportano), una confusione enorme riguardo alle dottrine e alla fede stessa, e addirittura qualcuno potrebbe diventare scettico riguardo all’esistenza di Dio o perfino ateo del tutto.

È conforme a verità dire che la saggezza della Parola di Dio (oltre a quanto di Dio si possa vedere nella creazione) è stata, è, e sarà sempre una molla imponente che porta alla fede numerosi individui. Al contrario, l’ignoranza, la fantasia, la puerilità, la leggenda, le contraddizioni e la stoltezza di molti dei libri apocrifi non invogliano, non aumentano e non “creano” la fede nei lettori. I libri che rivelano la verità e volontà di Dio sono gli Scritti Sacri e ispirati, tutto il resto non deve essere preso in considerazione sia dal punto di vista dottrinale che dal punto di vista delle rivelazioni, specialmente quando esse si oppongono al messaggio biblico ispirato. Nei libri apocrifi ci sono anche delle altre storie che servono come base a qualche altra dottrina perversa della Chiesa Romana. Per esempio, nel caso di 2Maccabei oltre al sacrificio per i defunti, al c.15:11-16 è raccontata la storia di alcune preghiere fatte da un sacerdote morto (Onia) e dal profeta Geremia (morto anch’egli), per i vivi sulla terra. Ad ogni modo, qui l’avvenimento presenta questi personaggi che pregano per il loro popolo, in modo implicito, senza aver loro chiesto al popolo di essere invocati per poter intercedere in suo favore, ovvero non vi è alcun minimo accenno riguardo ad un’invocazione da fare ai santi morti, né tanto meno ad una loro intercessione proposta su richiesta da parte del bisognoso.

Pedro

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26/02/2012 20:07
 
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Inoltre, la storia della “spada d’oro”, della “spada sacra”, data da Geremia, ormai defunto da secoli, a Giuda, come dono di Dio per abbattere i nemici, ci fa pensare più a un puerile racconto fantasioso e leggendario, che non ad un fatto reale. (Questo argomento si tratterà in modo più specifico nello studio: “Idolatria, culto dei santi e falsi miracoli”).

Riguardo ai libri apocrifi della Sapienza e dell’Ecclesiastico, per esempio, ci sono alcune cose vere che non possono essere annullate, in quanto legate al fondamento biblico vero, ma non per questo possono essere considerati canonici, infatti questi, come gli altri elencati prima, non sono stati mai presenti, come non lo sono tuttora, nel canone ebraico.

Ricordiamo che né Gesù, né gli apostoli fecero mai riferimenti diretti a questi libri apocrifi. Questo loro silenzio, (oltre a quanto già detto), dimostra come questi non erano considerati da loro Parola di Dio. Una cosa possiamo dirla con certezza: se gli ebrei avessero tolto dei libri canonici, quelli che, secondo i teologi romani, sono ispirati (i menzionati apocrifi), si sarebbero resi colpevoli anche di questa colpa davanti a Dio, e Gesù, per mezzo del quale sono tutte le cose, non avrebbe mancato di riprenderli, anche per questo atto iniquo, come ha fatto per altre questioni. Gli ebrei, ai quali, non lo dimentichiamo, “..furono affidate le rivelazioni di Dio” (Romani 3:2), non riconobbero mai come canonici quei libri e quelle aggiunte ad Ester e a Daniele, ed è per questo infatti che nella Bibbia ebraica (che contiene solo i libri dell’Antico Testamento), essi sono sempre stati assenti. La Chiesa primitiva negò sempre la canonicità di questi libri, infatti, non li mise mai (neanche minimamente) allo stesso livello di quelli Sacri. Concludiamo citando le seguenti Scritture che attestano con fermezza che è vietato sia aggiungere, che togliere alcunché alla Parola di Dio: Proverbi 30:5-6 “ Ogni parola di Dio è affinata con il fuoco....Non aggiungere nulla alle sue parole, perché egli non ti rimproveri e tu sia trovato bugiardo”; Deut. 4:2: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del SIGNORE vostro Dio, che io vi prescrivo”; Ap. 22:18-19: “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio, aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro”. Quindi, coloro che fanno queste aggiunte alla Parola di Dio, ne porteranno la pena per l’eternità, perché si sono permessi di far passare alle moltitudini dei concetti umani e delle favole, per Parola di Dio: Tito 1:13-14; 1Timoteo 4:6-8.

Girolamo stesso, il traduttore della traduzione latina detta Volgata, (tenuto in grandissima stima dalla Chiesa Romana), affermò: “La Chiesa legge il libro di Tobia, di Giuditta, dei Maccabei, di Baruc, di Susanna, della Sapienza, dell’Ecclesiastico, l’Inno dei tre giovani e le favole di Belo e del Dragone; ma essa non li riceve affatto nel novero delle scritture autentiche”, (Girolamo, prologo a Graziano).

Quella di Girolamo è una delle tante testimonianze dei cosiddetti “Padri della Chiesa” che affermarono che quei libri apocrifi ai loro giorni, (alcuni secoli dopo Cristo), non venivano considerati canonici. Il Concilio di Trento (1546), dunque, riconoscendo per canonici questi apocrifi, prima citati, ha contrastato anche Girolamo, il quale è l’autore della traduzione latina detta Volgata che il Concilio di Trento ha dichiarato dover essere accettata come la sola autentica tra tutte le versioni.

Pedro

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26/02/2012 20:07
 
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Chissà, l’autore (Girolamo) cosa penserebbe e direbbe oggi, vedendo che i libri apocrifi, i quali erano contenuti nella sua versione latina, (detta Volgata), oggi sono ritenuti canonici dalla “massa” a causa della nefanda Chiesa Romana.

Finito lo studio riguardo agli apocrifi, è utile far sapere, inoltre, che i teologi cattolici sostengono l’esistenza anche di un quarto luogo: il Limbo. Tale teoria anche se risulta non essere mai stata fatta dogma di fede, nel Medioevo, però, era sostenuta con fermezza. Questo luogo designa per i teologi cattolici la dimora delle anime dei neonati e dei bambini non battezzati che sono morti prima di essere messi in condizione di aver adempiuto a tale sacramento. Nel Medioevo molti genitori, che si erano visti morire i propri figli, senza aver ricevuto il battesimo, soffrivano vere e proprie depressioni per l’accaduto (ad esempio, nel caso dei neonati morti prima di essere battezzati). In questo luogo vi vanno (sempre secondo i teologi cattolici) le anime dei neonati e dei bambini che in vita non hanno avuto il battesimo e che quindi sono rimasti con il peccato originale (sempre secondo i teologi cattolici); questo luogo non sarebbe né di pena, né di purificazione, ma di semplice privazione della presenza e gloria di Dio. Capisco molto bene le sofferenze dei genitori, in simili circostanze, che credevano e credono a quanto detto a riguardo dalla Chiesa Romana.

Questa ideologia è abominevole, ingenua e priva non solo dell’intelligenza divina, ma anche di quella umana. Inutile dire che la Bibbia non solo non dice niente a riguardo, ma contraddice in pieno ogni idea del genere.

È utile, infine, sapere che le preghiere per i morti furono inventate verso l’anno 310 d.C.

Il purgatorio secondo i teologi cattolici non è una seconda possibilità di salvezza, ma un luogo di purificazione, attraverso anni, decenni, o secoli di atroci dolori e sofferenze nel fuoco.

A proposito poi dei cosiddetti debiti, che la Chiesa Romana afferma che si debbano espiare in purgatorio, dico: ma se secondo la Scrittura, Dio cancella i peccati dell’uomo, che va da Lui a confessarli, sia i peccati, che la pena eterna che egli merita, non è diabolico affermare che egli deve andare dopo morto ad espiarli in un luogo di sofferenza? Certo che lo è.

Ma ammettiamo pure per un “momento” che il purgatorio “esista”, non hanno mai letto i teologi cattolici che: (Galati 6:5) “Ciascuno infatti porterà il proprio fardello” e che nessuno può in alcun modo: (Salmo 49:7) “....riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto”? Come possono quindi insegnare essi che i vivi possono in qualche modo offrire a Dio un sacrificio espiatorio per i morti che sarebbero in purgatorio? E quale sarebbe poi questo sacrificio? La messa. Ma se già per i vivi la messa non costituisce per nulla un sacrificio propiziatorio, come potrebbe invece esserlo per i morti?

Come potete ben vedere le imposture (in questo caso il purgatorio, con la messa e le preghiere per i morti) sono ben collegate tra di loro nella teologia romana.

Pedro

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26/02/2012 20:08
 
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Ap. 14:13: “E udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: ”.

Quindi lo Spirito della verità attesta, che coloro che muoiono nella grazia, sono beati perché si riposano dalle loro fatiche in cielo. Questo esclude che essi si trovino in un purgatorio ad espiare dei loro debiti mediante delle sofferenze atroci simili a quelle dell’inferno; perché in questo caso non sarebbero più felici, bensì infelici, perché invece che riposarsi dalle loro fatiche, starebbero soffrendo pene atroci come punizione dei loro debiti.

Gesù ha detto: Giov. 5:24 “...chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”, e Paolo dice nella lettera ai Romani al cap.8, v.1: “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”.

Quindi, se per coloro che sono in Cristo non v’è nessuna condanna e Gesù ha detto che essi non vengono in giudizio, ma che passano dalla morte alla vita, è contraddittorio pensare che dopo morti, prima di entrare in cielo, essi avranno bisogno di andarsene (per anni, decenni o secoli) in un purgatorio a soddisfare i debiti che rimangono nei confronti della giustizia di Dio. Perché? Poiché questo sarebbe un controsenso, dato che nel purgatorio si andrebbe per essere giudicati, puniti e condannati, (anche se per un tempo determinato e non per sempre), ad atroci sofferenze per espiare i debiti contratti verso Dio.

Dio ci guardi da simili insegnamenti e dottrine!

Pedro

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26/02/2012 20:09
 
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Capitolo 8


Il Regno di Dio sulla Terra o Millennio



Dopo aver trattato lo studio dell’iniqua dottrina del purgatorio, trattiamo ora lo studio della dottrina biblica del Millennio: Ap. 20:1-15.

Al punto 676 del Catechismo della Chiesa Cattolica, riguardo al Millennio, si legge: “Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo, sopratutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato ”.

Le prime forti opposizioni dirette contro la dottrina biblica del Millennio, o Regno di Dio sulla terra, arrivano nel IV secolo con personaggi come Costantino e nel V secolo con Agostino. La tesi di quest’ultimo era che il Regno di Dio sulla terra (il Millennio), così tanto profetizzato, sia nell’A.T. che nel N.T., era iniziato con l’inizio della vita della Chiesa sulla terra (nel passo dell’Apocalisse 20:1-7 viene ripetuta sei volte la cifra mille anni, mentre la Chiesa vive sulla terra già da duemila anni). La tesi di Agostino divenne in seguito la tesi ufficiale della Chiesa Romana che condannò la dottrina biblica del Regno di Dio sulla terra, ovvero il Millennio, e come eretici chiunque la professasse. Tale tesi, invece, contraddice in pieno quanto la Scrittura dice riguardo al compimento del Regno di Dio sulla terra.

Il discorso diviene più chiaro se oltre a leggere Ap. 20:1-15 si interpellano anche i vari passi di Isaia e di tanti altri ancora che parlano in modo chiaro di tale dottrina.

[Modificato da pedrodiaz 27/02/2012 20:27]
Pedro

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27/02/2012 20:40
 
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Nel Millennio le anime credenti di ogni tempo, resuscitate, non andranno incontro alla “morte seconda” (leggere: Ap. 20:6,14), (ovvero i resuscitati non potranno più peccare e morire e tanto meno essere condannati, perché questi saranno rivestiti di un corpo glorificato ed incorruttibile) così pure i vivi rapiti (questo avverrà al rapimento della Chiesa, processo nel quale resusciteranno anche i santi defunti di ogni tempo) e i martiri della tribolazione resuscitati all’inizio del Millennio: Ap. 20:1-6. Tutti questi saranno i santi della Chiesa, la sposa di Cristo che regnerà sulla terra assieme a Cristo e che comprenderà sia i credenti morti dell’A.T. che del N.T., più i vivi “trasformati” nel corpo al rapimento di Gesù e i martiri della tribolazione. A vivere nel Regno di Dio saranno i vivi sulla terra, sopravvissuti al giudizio e ai giudizi divini, che verranno ritenuti degni di farvi parte per aver deciso di lottare contro il regime dell’Anticristo per motivo di fede in Cristo Gesù. Al riguardo possiamo dire che gli altri vivi non trovati degni, scampati fortunosamente ai giudizi di Dio, verranno giudicati da Cristo e la sua Chiesa (Ap.20:4; 1Corinzi 6:2-3) e privati del glorioso Regno di Dio sulla terra. Avverrà, quindi, che la zizzania sarà finalmente separata dal buon seme, nel campo che è il mondo nel quale viviamo: Matt.13:24-30; c.13:36-43; il Signore separerà le pecore dai capri: Matt.25:31-34,41,46. I salvati resuscitati e rapiti avranno un corpo incorruttibile e glorioso e regneranno e giudicheranno con Cristo per mille anni. Sulla terra intanto Israele avrà finalmente quel ruolo di luce e gloria tanto profetizzato dalle Sacre Scritture.

I credenti resuscitati non torneranno sulla terra in modo “strettamente materiale” a subire la tentazione con i sudditi del Regno alla fine dei mille anni. D’altra parte, il Signore afferma che i resuscitati non sposano e non sono sposati, e non possono più morire, giacché sono simili agli angeli e sono figliuoli di Dio essendo figliuoli della resurrezione (Luca 20:35-36), fin da ora gli angeli, la cui dimora è nel cielo, esercitano un ministero esteso a tutta la terra.

Se noi diventeremo simili a loro, possiamo ben comprendere come in una certa misura, dal seno della gloria, avremo la capacità e la possibilità di partecipare al Regno glorioso sulla terra. Probabilmente i resuscitati (martiri della tribolazione compresi) e i rapiti al rapimento della Chiesa (i vivi trasformati nel corpo), che regneranno con Cristo, non saranno sempre visibili sulla terra, ma seguiranno il Cristo in un apparire e sparire secondo i momenti e le circostanze. I sudditi del Regno che vivranno sulla terra, in qualche modo, avranno delle specifiche differenze dall’uomo di oggi; subiranno in una certa misura dei cambiamenti fisico-strutturali che porteranno loro a possedere la longevità. La legge dell’odierna natura sarà diversa per certi aspetti da quella di oggi, perché vediamo che, tra i cambiamenti che ci saranno, gli animali anche quelli più feroci saranno amici degli uomini e si ciberanno solo di vegetazione: Isaia 2:4; c.11:3-10; c.65:25; Salmo 72:3-8; ecc..

Pedro

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27/02/2012 20:40
 
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Dagli uomini e dalle donne sopravvissute nasceranno altri uomini e donne e vivranno sulla terra piena di pace governata dalla giustizia: Isaia 65:20-25.

Se gli animali è certo che non saranno più carnivori, non si può dire lo stesso dei sudditi del Regno, che probabilmente in questo senso manterranno la natura dell’uomo di oggi: Zaccaria 14:20-21. Gli animali che vediamo nel Regno Millenario non comprendono animali morti resuscitati, essi non hanno un’anima immortale (ma solo un’anima terrena che vive soltanto finché è in vita il corpo) e di conseguenza non resuscitano. Questi, che vediamo nel Millennio, sono gli animali sopravvissuti sulla terra e che chiaramente si riprodurranno. Per mezzo della potenza di Dio perderanno la loro natura aggressiva, carnivora (per le specie che lo sono), e quant’altro.

La Scrittura dice che i risorti regneranno con Cristo mille anni; è chiaro, dunque, che per regnare vi debbano essere dei sudditi da poter governare. Questi saranno i vivi sopravvissuti al giudizio di Dio e le nuove generazioni procreate da essi; saranno loro ad essere governati da Cristo e dai resuscitati di ogni tempo ed, inoltre, saranno alcuni di essi (probabilmente solo tra le generazioni procreate) che, ahimè, durante il Regno Millenario potranno dare luogo a casi sporadici di peccato (Isaia 65:20-25) anche se Satana sarà stato legato; oltre a questi peccati potrà esserci, in alcuni casi, il peccato contro lo Spirito Santo (Matteo 12:31-32).

Quando Satana verrà slegato, verso la fine del Millennio, il peccato e il male torneranno in modo più significativo e visibile sulla terra, ed influenzeranno molti dei viventi (Ap.20:7-9); saranno molti ad essere influenzati dalla potenza di Satana e del peccato, ma Dio questa volta metterà in poco tempo fine per sempre a ciò. A questo punto verrà il giudizio finale e la resurrezione di tutti i morti. E tutti coloro che non saranno trovati scritti nel libro della vita saranno gettati nello stagno di fuoco o inferno: Ap.20:11-15. Nello stesso tempo, assieme alla resurrezione generale degli empi, vi sarà anche un “esiguo” numero di risorti credenti; questi ultimi saranno anime di uomini vissuti nel Millennio, morti per cause naturali e o uccisi da empi, soprattutto alla fine di tale periodo. Questi uomini viventi sulla terra durante il Regno di Dio (Millennio) non sono i risorti, i quali non possono più morire (i risorti governeranno sulla terra), ma uomini e donne che saranno ritenuti degni di vivere sulla terra (che genereranno figli e figlie) nel giorno del giudizio di Cristo prima del Millennio e che potranno incorrere nella morte fisica, anche se per via naturale sarà alquanto difficile. I loro corpi seppure naturali, non immortali e non incorruttibili, saranno comunque abbastanza diversi da quelli dell’uomo di oggi, ma solo sotto l’aspetto della fisicità, ovvero nei confronti della malattia e della morte. Tali corpi saranno notevolmente più resistenti e forti; la vita di ogni individuo sulla terra, se non peccherà contro il Signore, non si spegnerà facilmente per via naturale durante il Millennio; ciò sarà alquanto raro perché l’uomo sarà longevo.

Poco prima del giudizio finale, alla fine del Millennio, i corpi dei
Pedro

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27/02/2012 20:40
 
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credenti viventi sulla terra, durante il Millennio, che non saranno morti (non si parla dei governanti) avranno la trasformazione dei loro corpi in corpi incorruttibili, gloriosi e immortali e tutti i santi di ogni tempo e quelli del Millennio appunto (quelli viventi sulla terra durante il Regno di Dio, ovvero il Millennio) vivranno su una nuova terra, e ci sarà anche un nuovo cielo e il mare non ci sarà più. I primi, ovvero la terra e il cielo, che conosciamo oggi, scompariranno: Ap.21:1.

La Scrittura non poteva contenere tutti i particolari degli avvenimenti, ma ciò si evince dal senso generale dei fatti riguardo la resurrezione. Come abbiamo già detto, riguardo al passo di Ap.20:4-6, non è implicito che i giudici e regnanti (v.4), e Gesù saranno sempre visibili agli uomini del Regno di Dio sulla terra.

Solo dopo il giudizio finale ci sarà “il nuovo cielo e la nuova terra” (Ap. c.21), e la nuova Gerusalemme scenderà dal cielo e noi tutti credenti di tutte le epoche vi vivremo per l’eternità dimorando con Dio.

Ad ogni modo, qui si stanno mettendo solo in luce i particolari più salienti del Regno Millenario, per saperne di più, è utile studiare direttamente l’argomento più dettagliatamente usando le bellissime Sacre Scritture. Leggere ad esempio per intero i capitoli 20 e 21 dell’Apocalisse, i vari passi di Isaia citati e di tanti altri profeti dell’A.T. e scrittori ispirati del N.T.. Quando Dio metterà definitivamente fine all’opera di Satana, quest’ultimo verrà spedito nello stagno di fuoco (inferno) assieme ai suoi seguaci angelici e alle anime peccatrici indisposte verso Dio: Ap.20:7-15, Ap.21:8. In qualche modo il Regno dei mille anni sarà un riordinamento del vecchio disegno di Dio riguardo alla residenza dell’uomo nel giardino dell’Eden sulla terra, che Satana astutamente rovinò. Il Regno dei mille anni sarà come un ritorno all’Eden, ma per certi aspetti sarà diverso anche perché, mentre Satana in quel luogo poté intervenire nella vita di Adamo ed Eva, nel Regno avvenire egli sarà impossibilitato a farlo, perché legato per mille anni e anche, se alla fine di tale periodo verrà slegato, ciò durerà solo per un brevissimo tempo. Dio alla fine porterà i suoi nella sua eternità di pace, amore e giustizia, dopo aver giudicato Satana e i suoi angeli e le anime degli increduli. Gesù, quando resuscitò, poteva apparire e sparire davanti agli occhi dei discepoli e nello stesso tempo Egli poteva mangiare e bere con loro. Siccome, dunque, Gesù è la primizia di quelli che dormono, anche i morti in Cristo che risorgeranno avranno un corpo simile al suo, potranno apparire e scomparire a loro piacimento, quando governeranno sulla terra, proprio come faceva Gesù dopo la sua resurrezione e per i quaranta giorni che apparve ai suoi discepoli; essi potranno passare attraverso muri, porte, ecc.. L’anima non ha sesso, è asessuale, non è né di sesso femminile, né di sesso maschile, così il corpo della resurrezione sarà asessuale. Esso sarà simile al nostro corpo di oggi ma nello stesso tempo differente per moltissimi aspetti. Coloro che risorgono sono come gli angeli nei cieli, non si sposano e non hanno rapporti sessuali, essendo tutti “simili” e senza sesso: Matt.22:30. All’inizio del Millennio resusciteranno i cristiani “neoconvertiti” (i convertiti durante la tribolazione) o, comunque, convertiti per davvero solo nel periodo della tribolazione (infatti non rapiti al rapimento della Chiesa proprio perché trovati in difetto) i quali sono morti di morte naturale e o a causa dei giudizi divini sulla terra nella tribolazione di sette anni (giudizi che certamente colpiranno solo pochi credenti che riusciranno probabilmente, con la giusta accortezza dovuta alla fede e alla conoscenza, a scamparli in gran parte, inoltre è probabile che la guida del Signore nei suoi giudizi divini sulla terra, seguendo una linea punitiva, colpisca in gran parte solo gli empi), più i martiri della tribolazione: Ap.20:4-6 (anch’essi si saranno convertiti durante la tribolazione). Gli altri santi morti, sia dell’epoca dell’A.T. che dell’epoca della grazia, non compaiono nel passo citato dell’Apocalisse perché resuscitati e glorificati al rapimento della Chiesa universale di Cristo, che avverrà un brevissimo tempo prima dell’inizio dei sette anni di tribolazione. All’inizio del Millennio risorgono solo i martiri della grande tribolazione, più gli altri prima elencati; quest’ultimi saranno così esigui (i credenti morti di morte naturale e a causa dei giudizi divini) in confronto al numero dei martiri, che la visione di Giovanni non li presenta nemmeno o non li prende in considerazione, essendo la visione primariamente concentrata sulla morte e resurrezione dei martiri (che saranno tantissimi, infatti l’Anticristo col suo regime si proporrà di uccidere tutti i veri cristiani e ci riuscirà quasi completamente: Ap.13:7-10; Ap.13:13-17; Daniele 7:21-22), morti a causa della loro testimonianza resa, i quali resusciteranno all’inizio del Millennio.

Pedro

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27/02/2012 20:41
 
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A quelli che credono che la dottrina del Regno Millenario di Dio sulla terra sia senza fondamento e che la resurrezione di cui parla Ap.20:4-6 sia da intendersi come risurrezione spirituale o rigenerazione interiore, dovuta alla conversione a Cristo, rispondo brevemente: 1) centinaia di passi profetici antico-testamentari parlano di un Regno di Dio sulla terra senza contare quelli del N.T.; 2) se dal verso 11 al 15, riguardo al giudizio finale del c.20 dell’Apocalisse, si crede (e si fa bene) che si tratti di una resurrezione letterale dalla tomba, mentre per i versi 4-6, sempre del c.20 dell’Apocalisse, si crede che si tratti di una resurrezione spirituale, allora finisce ogni importanza del linguaggio e le Scritture cessano di essere una testimonianza. Se la prima resurrezione (quella all’inizio del Millennio: Ap.20:4-6) deve considerarsi spirituale, così deve essere anche per la seconda (riguardo al giudizio finale: Ap.20:11-15) e suppongo che nessuno potrebbe avanzare una simile tesi. Se la seconda è letterale, lo è anche la prima in armonia con l’intera fede della Chiesa primitiva e della vera Chiesa di oggi; 3) non meno importante è il fatto che nel v.4 del c.20 di Apocalisse è scritto: “..E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio....Essi tornarono in vita...”. I termini: “decapitati” e “tornarono in vita” concordano ulteriormente e perfettamente con il credere ad una logica resurrezione letterale.

Essi devono essere stati “rigenerati spiritualmente” tempo prima del loro martirio, perché è appunto per la loro testimonianza di Gesù che vengono uccisi (“decapitati”). È fuori dubbio che qui si tratta, come del resto riguardo al giudizio finale, di resurrezione letterale. Qui si parla di martiri tornati in vita (a tornare alla vita sono solo i loro corpi, perché le loro anime non hanno mai cessato di esistere). “Tornati in vita” e “decapitati” sono entrambi eventi fisici e non spirituali. È abbastanza certo del resto che il Regno di Dio sulla terra debba durare realmente mille anni, visto che nel passo citato, non a caso, il numero mille viene usato sei volte, come se si volesse con forza far poggiare come su di un dato numero rivelato con certezza e precisione. Quelli che credono che il Regno Millenario sia il periodo durante il quale vive la Chiesa militante, affermano, per creare una sorta di inutile connessione con quanto dice la Bibbia riguardo all’incatenamento di Satana durante il Millennio, che questi (Satana) sia effettivamente (credendo essi che il Regno di Dio sulla terra sia oggi) legato oggi. Vorrei contraddire subito ciò, dicendo che se il mondo di oggi e quello passato dal tempo degli inizi della Chiesa militante sia stato privo della presenza di Satana, allora credo di vivere su un altro pianeta. Basta notare i disastri, le guerre, la fame, l’ingiustizia e quant’altro vi sia stato nel passato e vi sia oggi, per comprendere quanto sia folle questa interpretazione cattolica. Satana, invece, è attivo più che mai. Egli, invece, all’inizio del Millennio fin verso la fine sarà, com’è descritto in Ap.20:1-3, non solo semplicemente incatenato, ma afferrato, legato, gettato nell’abisso, chiuso in esso e sigillata ogni uscita. In tutta la Scrittura Sacra sta scritto che Satana esercita un grande potere, non soltanto contro il mondo, ma anche contro i credenti: Atti 5:3; 1Corinzi 5:5; 1Corinzi 7:5; 2Corinzi 2:11; 2Corinzi 11:14; 2Corinzi 12:7; 1Timoteo 1:20.

Pedro

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27/02/2012 20:41
 
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Se c’è ancora qualche incertezza sul fatto che Satana non sia legato in questo tempo, ma che lo sarà solo nel Millennio futuro, essa dovrebbe essere messa a tacere dall’esortazione di Pietro in 1Pietro 5:8-9: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, và attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede...”.

Satana non è ancora legato e il Regno Millenario non è stato ancora instaurato. Ciò avverrà alla venuta in gloria di Cristo Gesù.

Quindi, è impossibile che il Regno Millenario sia in questo tempo, perché Satana in tale periodo verrà reso completamente inoffensivo e non potrà nuocere in alcun modo a nessuno; tale periodo sarà un tempo di pace e giustizia globale; è chiaro che oggi non è così.

È un vero e proprio inganno che i teologi cattolici e quant’altri identificano questo Regno con “il mondo presente”, dichiarando a volte, anche ironicamente, che forse le catene di Satana sono abbastanza lunghe da poter in qualche modo nuocere ugualmente, quando sappiamo, invece, in che modo e con quale cura egli verrà a suo tempo rinchiuso, legato e sigillata ogni uscita. Ho riportato qualche dettaglio riguardo al Regno Millenario al solo scopo di rendere vani i dubbi di coloro, i quali, leggendo tali passi biblici, possano rimanere un po’ perplessi, abituati, come sono molti, a credere ad una realtà e ad un insegnamento estraneo al messaggio biblico. Ultimamente alcuni teologi cattolici, specialmente dopo le due guerre mondiali, tentano di cambiare in parte la loro posizione a riguardo, supponendo che il Regno Millenario deve ancora venire, ma che comunque (sempre secondo loro) quando si verificherà sarà sempre e solo in forma spirituale e non letterale come appare, invece, nella Bibbia. Sono sicuro che quando verrà il tempo in cui il mondo globale sarà pieno di disastri, fame e guerra, molti di loro dovranno fare ancora un altro sforzo nel cambiare la loro tesi e probabilmente mi auguro che possano accettare l’idea certa che l’era di pace globale sulla terra non sarà l’uomo a portarla (ciò è impossibile), ma avverrà solo alla venuta in gloria di Cristo Gesù ed esclusivamente per il suo intervento divino che porterà la terra ad un nuovo giardino di Eden, con tutto quello che molto minuziosamente le Scritture ci dicono.

In Ap.22:18-19 è scritto che se qualcuno aggiunge o toglie qualcosa dalle parole di queste profezie (ed è anche compresa la profezia del Millennio), Dio lo punirà con estrema severità. E ciò non vuol dire soltanto usare attenzione e sincerità nella traduzione dello Scritto, senza fare manipolazioni letterarie, ma anche stare attenti nell’evangelizzazione di tali profezie, attenendosi fermamente al vero messaggio profetico, senza usare malizia o fine estraneo alla volontà e verità di Dio, seguendo le proprie ideologie e abbassando l’autorità dello Scritto Sacro.

Pedro

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27/02/2012 20:41
 
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Ci sono centinaia di passi nella Bibbia (soprattutto nell’A.T.) che parlano chiaramente del Regno di Dio sulla terra, anche se il capitolo 20 dell’Apocalisse è l’unico di questi passi a fissarne la durata. Se annulliamo, o per meglio dire, spiritualizziamo il messaggio di Ap.20, anziché prenderlo per quello che in sostanza vuol dire, si annullerebbe e si spiritualizzerebbe anche una buona parte di tutte le altre Scritture ispirate che parlano insistentemente di un Regno glorioso di Dio sulla terra. Le profezie di questi passi devono ancora avverarsi e se facciamo come i teologi cattolici e tanti altri che credono solo al paradiso eterno, quando la Scrittura chiaramente menziona il Regno di Dio sulla terra che anticiperà il nuovo cielo e la nuova terra e la Gerusalemme celeste eterna, rendiamo poco credibili le profezie dei profeti biblici e di conseguenza chi li ha ispirati: Dio.

Come già detto questi passi profetici devono ancora avverarsi, citiamone alcuni:

Isaia 11:3-10 (ma quando potrebbe avvenire ciò se non nel Regno di Dio sulla terra? ).

Isaia 2:4 (vi sembra possibile tutto ciò, senza l’instaurazione del Regno di Dio?).

Isaia 65:20-25 (la longevità degli uomini; i loro anni saranno come quelli degli alberi; la pace e quant’altro sono elementi riscontrabili solo nel Regno di Dio).

Salmo 72:8-9 (il passo dice che il Regno di Gesù sarà da un mare all’altro, fino all’estremità della terra, ed Egli, dominerà con giustizia. Vediamo in Ap. 21:1 che dopo il Regno Millenario ci sarà un nuovo cielo ed una nuova terra e il mare non ci sarà più, quindi, qui, quanto dice questo passo del Salmo 72 riguardo al Regno di Cristo sulla terra, non può trattarsi di quanto parla Ap.21:1, cioè della Gerusalemme celeste o paradiso eterno, ma del Regno di Gesù sulla terra che, appunto, in modo letterale e non solo spirituale dovrà venire).

Isaia 11:3-5; c.65:20-25 (vediamo che il Signore regnerà con la verga sul suo Regno e gli uomini che dovessero peccare [i viventi sulla terra] verranno subito giudicati e colpiti con la morte; ora è difficile [per chi crede che si parli della Gerusalemme celeste, in questi passi, ovvero il paradiso celeste, bisognerebbe dire che è impossibile che si possano trovare ancora dei peccatori e che si possa ancora morire, perché è detto che nella Gerusalemme celeste, nel paradiso di Dio, tutti coloro che vi faranno parte non potranno più né peccare, né morire] vedere in questo passo la profezia della Gerusalemme celeste, anziché il Millennio. Il giudizio sui peccatori verrà “ministerialmente” svolto da Cristo Gesù in Persona e dai resuscitati [la Chiesa] che regneranno e giudicheranno sul popolo della terra: Ap. 2:26-27; Ap. 5:10; Ap. 20:4-6; ecc.).

Allo stesso modo nel quale le minuziose profezie si adempirono riguardo alla sofferenza e al ministero del Cristo sulla terra (e non furono profezie spirituali ma letterali), così si adempiranno anche il trionfo visibile e il ritorno in gloria di Gesù sulla terra e il suo dominio e Regno. Come Egli fu visibile quando venne per soffrire sulla terra, così sarà visibile quando verrà in gloria sulla terra. Come Egli venne sulla terra nella figura di umile servitore, così verrà nuovamente, stavolta, invece, però in gloria, come Re dei re, come Signore dei signori nel mondo per instaurare il suo glorioso Regno. Si può spiritualizzare a piacimento la profezia che viene da Dio? Quale autorità abbiamo di fronte alla chiarezza dei molteplici passi citati, e di tanti altri che se ne potrebbero citare, nel volerli spiritualizzare?

Pedro

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27/02/2012 20:42
 
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Le dichiarazioni ispirate dei profeti riguardo al Millennio sono in perfetta comunione col messaggio profetico generale biblico. Teologi cattolici, perché volete mettervi contro la Parola di Dio, contro Dio stesso? Perché molti si proclamano portatori del messaggio evangelico, ma in realtà, ne rinnegano la divina autorità? Non saranno questi puniti con maggiore severità dal Sommo Giudice perché responsabili di aver offeso Dio nella sua autorità suprema e insegnato agli altri a fare lo stesso? Nonostante i passi citati, le argomentazioni portate, il cap.20 di Apocalisse e tant’altro ancora, la Chiesa Romana ha definito “falso” e perfino “perverso” la dottrina biblica e cristiana del Regno di Dio sulla terra, come si può leggere nel Catechismo cattolico romano al punto prima citato, all’inizio di questo studio. È inutile dire che questa tesi cattolica (come del resto tante altre teorie, come le tante orribili dottrine e dogmi di fede cattolici), è antibiblica e anticristiana. Anche se Dio lo proclamano con la bocca, con la stessa e con i fatti ne rinnegano l’autorità, la potenza e la gloria assoluta.

Nello stesso libro dell’Apocalisse al c.5:9-10 è scritto: “Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: ”. Vedere con attenzione come il passo dica: “e regneranno sulla terra”.

Bisogna anche applicare poi un importante principio di studio: occorre ignorare la suddivisione in capitoli. Essa non esisteva nel testo originale, fu introdotta in seguito dall’uomo. Essa non è ispirata da Dio e spesso si trova nel posto sbagliato, dividendo ciò che Dio aveva unito. Anche se risulta vantaggioso e utile per trovare con facilità i passi desiderati, oltre a tale utilizzo però non bisogna andare. La continuità e la consecuzione degli eventi nel testo originale è bruscamente interrotta (si sta parlando del Millennio al c.20 dell’Apocalisse) da un numero 20, e questo ha dato spunto a molti teologi cattolici, e non, di poter spostare il Millennio, dietro idee preconcette (il Millennio al capitolo 20 che segue chiaramente gli eventi del c.19), nella storia, ovvero ne hanno fatto una ricapitolazione di tutta la storia della Chiesa sulla terra che precede la venuta di Gesù in gloria, anziché essere un evento che viene subito dopo il cap.19. Anche se non tutti i singoli avvenimenti dei capitoli nel libro dell’Apocalisse procedono cronologicamente, è però chiaro che riguardo ai capitoli 19, 20 e 21 ciò avviene.

Pedro

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27/02/2012 20:42
 
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I capitoli e i versetti numerati sono un’aggiunta dell’uomo e risultano non ispirati. Anche i titoli dei diversi passi e capitoli sulle pagine delle nostre bibbie sono un’aggiunta dell’uomo e non sono ispirati. Il “poi” del cap.20:1 dell’Apocalisse, con il quale inizia lo stesso c.20, ci fa capire come i fatti menzionati in questo capitolo sono una continuazione di quanto accade dal capitolo 19:1 in poi. Separare il c.20 dal c.19, come fanno i teologi cattolici, distrugge l’intera sequenza degli eventi. A essere sinceri sarebbe chiaro anche ad un fanciullo, che con sincera devozione si avvicinasse al passo in questione per studiarlo, senza idee preconfezionate e preconcette con o senza il numero 20, che gli eventi riguardo al Millennio (c.20) seguono quelli del c.19, ovvero vengono dopo e non prima, e precedono quelli del c.21. Ma vediamone i particolari nel dettaglio: c.19:11-21 (tratterò solamente le parti più interessanti per il tema che si sta esaminando) “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero....Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro.....E vidi la bestia (l’Anticristo) e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo (Gesù) e al suo esercito. Ma la bestia fu presa e con lei fu preso il falso profeta (vedere con attenzione il c.13, è chiaro che sono ancora cose mai avvenute)...Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e zolfo. Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo (Gesù), e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni” (tutto ciò descrive la venuta in gloria di Gesù sulla terra e il suo giudizio sul mondo e sugli uomini malvagi che hanno preso il marchio della bestia e hanno adorato la sua immagine: c.19:20); c.20:1-15 (continua in sequenza la rivelazione) “Poi vidi scendere dal cielo un angelo...Egli afferrò il dragone...lo legò per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni...Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni. Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni...E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta...Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere...E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”; c.21:1-5 “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo...E colui che siede sul trono disse: . Poi mi disse: ”.

Pedro

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27/02/2012 20:42
 
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Credo che adesso sarà ancora più chiaro come tra questi tre capitoli 19, 20 e 21 ci sia la consecuzione degli eventi, qui descritti e che il c.20 è una successione di eventi che seguono quelli del c.19. Il libro dell’Apocalisse è stato scritto per tutti i credenti e non solo per i “dotti teologi cattolici”. È un corretto principio quello di interpretare le Sacre Scritture nel loro senso più semplice ed immediato, a meno che non ci sia una chiara indicazione che si debba intendere altrimenti. Prima del Regno Millenario, l’Anticristo e il falso profeta devono già essere comparsi sulla terra, per poter poi essere spediti un momento prima dell’instaurazione del Millennio nello stagno di fuoco e zolfo. In più, Satana, come già detto, sarà completamente chiuso e legato nell’abisso che sarà anche sigillato sopra di lui.

Come si può dichiarare che il Millennio è in atto dall’inizio dell’era della Chiesa, se tali eventi devono ancora verificarsi? In più, secondo il testo Sacro dovrà persino venire prima Gesù in gloria sulla terra a giudicare l’Anticristo, il falso profeta e tutti i malvagi della terra che avranno preso il marchio e avranno adorato l’immagine della bestia: c.19 v.20; questi ultimi verranno, sorprendentemente, uccisi proprio da Gesù che verrà a giudicare: v.21 (l’Anticristo e il falso profeta andranno direttamente all’inferno, senza morire di morte fisica, infatti vi andranno vivi, probabilmente, avranno una trasformazione del loro corpo fisico da mortale a immortale direttamente [Ap. 19:20-21] e anticiperanno gli altri empi, infatti questi ultimi andranno nello stagno di fuoco e zolfo solo dopo il Regno Millenario, ovvero dopo il giudizio finale [Ap. 20:11-15], i due, invece, subito prima dell’instaurazione del Regno di Dio Millenario [Ap. 19:20-21 e c.20] ).

È chiaro altresì che questi fatti non sono mai accaduti; ecco perché sono completamente stolti e privi di conoscenza i sostenitori cattolici della tesi riguardo alla quale si crede che l’Anticristo sia stato l’antico imperatore romano Nerone Cesare (a pensarla così sono i teologi cattolici classici). Come già visto ciò è impossibile per svariati motivi.

Non essendo venuto ancora Gesù in gloria, e non avendo Egli giudicato e ucciso i malvagi sulla terra, Nerone Cesare non può essere stato l’Anticristo di cui parla la Bibbia, anche perché se così fosse stato, si sarebbe dovuto, subito dopo, instaurare il Regno di pace e giustizia di Dio sulla terra.

Ribadisco che sarà alla venuta gloriosa di Gesù (Ap.19:11-21; 2Tessalonicesi 2:8), che l’Anticristo e il falso profeta saranno presi, quindi, non essendo ancora venuto Gesù in gloria sulla terra, tali avvenimenti devono ancora svilupparsi. C’è anche da dire che gli eventi del c.13, riguardo a ciò che faranno l’Anticristo e il falso profeta, non sono riscontrabili né con quanto fece Nerone Cesare, né con quanto fecero tutti gli altri uomini malvagi della storia. L’Anticristo porrà a tutti i suoi seguaci, in tutto il mondo, un “marchio”, senza il quale non si potrà né comprare né vendere, avrà il dominio mondiale e potrà essere adorato da tutti nello stesso momento. Solo la tecnologia di oggi, e ancor di più quella che è alle porte, potrà far sì che tutto ciò possa attuarsi; gli uomini di potere del passato, paragonati a quel che sarà l’Anticristo, sono quasi un nulla. Si potrebbero dire tantissime altre cose riguardo alla fondatezza della dottrina del Regno Millenario del c.20 di Apocalisse e di tutti gli altri passi biblici che similmente ne parlano, ma ritengo che quanto detto fino ad ora sia sufficiente per chi vuol conoscere con vera devozione la volontà di Dio e chiarire ogni dubbio riguardo a tale dottrina. Anche se il c.20 fosse il solo riferimento che parlasse del Regno di Dio sulla terra (e così non è assolutamente), rimarrebbe, lo stesso, parte della Parola di Dio e dovrebbe essere accettata come tale.

Pedro

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27/02/2012 20:42
 
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Dovrebbe essere sufficiente per Dio dire, anche una sola volta, quello che Egli vuole che noi ascoltiamo e impariamo. D’altra parte, la Chiesa Cattolica non ha manifestato riluttanza nel fondare alcuni suoi insegnamenti su un solo passo e persino su un solo verso.

Infine, vorrei aggiungere, come ho già detto prima riguardo alla resurrezione (“tornare in vita”) dei decapitati, a causa della testimonianza resa della Parola di Dio al cap.20:1-6 dell’Apocalisse, che è chiaro che si tratta di una resurrezione corporale, ovvero fisica. Oltre a quanto detto prima a riguardo, vorrei aggiungere, contro quelli che pensano che qui si parli di rigenerazione interiore (anziché resurrezione fisica), che quest’ultima (la rigenerazione interiore o spirituale) è sempre un evento individuale, separato, per ovvi motivi, da individuo a individuo, mentre qui si figura un evento collettivo che avviene nello stesso lasso di tempo. Cosa diremmo poi riguardo al v.5? “Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi...”.

Se in questi versi, la frase: “tornarono in vita” dovesse significare essere rigenerati nello spirito (anziché resurrezione fisica), dovremmo ammettere che nel v.5 si presenterebbe un problema grosso (uno dei tanti), il verso direbbe che gli altri morti, cioè i non credenti, i non rigenerati, secondo l’idea cattolica di questo passo, sarebbero stati tutti quanti rigenerati nello spirito, e dopo mille anni. Sorgono due grossi interrogativi: i non credenti dovrebbero vivere mille anni, e infine anch’essi dovrebbero tornare in vita, ovvero essere rigenerati tutti quanti nello spirito e, quindi, dovrebbero essere, in definitiva, tutti salvati. Ma allora chi sarebbe giudicato da Gesù?

Chi andrebbe nello stagno di fuoco e zolfo? È fin troppo chiaro anche con queste argomentazioni l’assurdità della tesi apostata cattolica riguardo al passo del Millennio. Questi morti che non ritornano in vita sono, invece, tutti i morti empi che verranno giudicati e condannati al giudizio finale secondo le loro opere.

I credenti (le loro anime) vanno in cielo con Gesù alla loro morte. Il cielo è però solo una sala d’attesa. L’immediato destino del cristiano, dopo la morte, è il cielo; ma quello ultimo è la terra, anche se essa dovrà essere alla fine completamente rinnovata o ricreata: Ap.20:11; c.21:1 (nuovo cielo e nuova terra, il mare non ci sarà più). Il credente è destinato ad avere una resurrezione corporale; la sua anima un giorno si congiungerà con un nuovo corpo, un corpo incorruttibile, immortale e pieno di gloria, un po’ ciò che avvenne a Gesù. Quando Egli resuscitò, ritornò con un corpo glorificato, più o meno similmente accadrà alle anime dei credenti defunti. Non sarà una “reincarnazione” delle loro anime, visto che ritorneranno nella loro individualità, ma la resurrezione riguarderà solo i loro corpi, mentre la loro anima manterrà l’essere individuale. Il destino ultimo dei credenti sarà quello di vivere su una nuova terra (chiaramente dopo aver regnato con Cristo per mille anni sulla terra odierna, anche se questa stessa sarà diversa per molti aspetti naturali da quella di oggi, come abbiamo già visto all’inizio della trattazione dell’argomento del Millennio) e nella nuova Gerusalemme, dove Dio stesso (il Padre) ed il figliuolo Gesù e lo Spirito Santo abiteranno con i servitori fedeli in eterno. Leggere attentamente l’intero cap.21 e il c.22 dal v.1 al v.5.

Pedro

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Aspettiamo con ansia il rapimento del Signore della sua Chiesa (in questo caso la sua venuta sarà in modo invisibile per gli increduli; Egli si renderà visibile solo ai credenti che saranno rapiti) e il suo ritorno fisico, visibile e glorioso con i suoi santi servitori (1Tessalonicesi 3:13; Zaccaria 14:5), per instaurare il glorioso Regno di Dio sulla terra.

Pedro

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La Trinità e il contraddittorio

del sangue!

Prefazione dell’autore

Questo libro presenta uno studio riguardante la Trinità e il grosso problema delle donazioni di sangue che riguarda l’organizzazione dei Testimoni di Geova.

Lo scopo è quello di glorificare il nome di Dio rivelandone, attraverso lo studio della Bibbia, la sua pluralità in sé. Questo libro è dedicato ai Testimoni di Geova. Mi auguro davvero che qualcuno di questa organizzazione possa avere la possibilità di leggerlo con attenzione.

È, altresì, mio scopo che questo libro venga letto anche da chiunque voglia approfondire gli argomenti presi in esame in questo studio.

Vorrete scusarmi se in qualche modo sono stato troppo ripetitivo, in alcuni contesti, ma era mio scopo non badare all’estetica, ma far percepire bene il messaggio e il contenuto di quanto era il mio proponimento.

I passi biblici riportati nel seguente studio (nel caso non sia indicato diversamente) sono presi dalla traduzione biblica Nuova Riveduta (società biblica di Ginevra). La parola con carattere maiuscoletto: “SIGNORE”, nella traduzione biblica Nuova Riveduta, viene usata per indicare il termine ebraico: “Yahweh” (nome di Dio); la parola con carattere normale: “Signore” è invece la traduzione letterale del termine ebraico: “Adhonai”. Laddove ricorre “Adhonai Yahweh” è riportato (sempre nella versione Nuova Riveduta) con l’espressione “il Signore, DIO”, per evitare la ripetizione.

[Modificato da pedrodiaz 27/02/2012 20:44]
Pedro

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