CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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01/03/2012 18:47
 
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C’è da dire anche che gli animali non hanno un’anima immortale ma mortale, terrena; in pratica, come muore il loro corpo, muore anche la loro anima terrena e quindi in qualche modo il sangue di questi (e non solo), una volta uccisi o morti, rimane l’unico elemento (almeno simbolico) che testimonia la loro vita, ecco perché il loro sangue non va mangiato assieme alla loro carne.

Deut. 12:23: “ma guardati assolutamente dal mangiare il sangue, perché il sangue è la vita e tu non mangerai la vita insieme con la carne”. (Si noti come Dio disse esplicitamente di non mangiare il sangue insieme alla carne, quindi, è oltremodo chiaro che parla di animali morti e non di creature vive). Ma un uomo pienamente in vita e in coscienza delle proprie azioni non può peccare donando il suo sangue, perché questo non gli causa la morte e il simbolo della vita rimane in lui e quello dell’espiazione non viene neanche a crearsi, anzi quest’opera può rendere la vita a qualcuno che sta per perderla. Dio precisò di non mangiare il sangue degli animali uccisi per la caccia, né di quelli per il sacrificio. Dio parla di creature morte e non di vive. Il sangue degli animali uccisi nella caccia per il consumo veniva sparso e ricoperto di terra. Al contrario tutto il sangue degli animali sacrificati serviva per l’espiazione dei peccati sull’altare: Levitico 17:1-6; Deut. 12:15-16 (Iddio proibiva formalmente all’uomo di mangiare il sangue degli animali uccisi), o all’interno del santuario sul propiziatorio: Lev.16:14-19. Il sangue serviva a fare l’espiazione dei peccati ed era il simbolo della vita dell’animale ucciso, per questo motivo nessuno doveva mangiarne: Lev.17:10-14; Deut. 12:23-25; Genesi 9:4.

Il nuovo patto è suggellato nel sangue versato da Cristo Gesù una volta per sempre. Di conseguenza il sangue di animali morti ha perso la sua utilità “diretta” per l’espiazione del peccato, benché continui a sussisterne il valore simbolico, perché un sangue innocente e santo, e soprattutto versato con consapevolezza di fine dal possessore, ha estinto il fine di questi tipi di sacrifici e anche molti precetti legati conseguentemente ad essi. Dio, nei passi sopra citati, parla chiaramente: non si poteva mangiare il sangue delle creature uccise o morte per altra causa, perché la loro vita era nel sangue, esso era il simbolo della loro vita che più non c’era. È evidente che, mangiando la carne per sfamarsi, si doveva e si deve però tener conto e rispetto per il sangue, il simbolo della vita e dell’espiazione nell’A.T., ma anche nel N.T., come del resto ancora oggi.

Ma un uomo, che dona il suo sangue per dare la vita ad un suo “fratello o sorella”, pecca? Penso che i presupposti e le circostanze siano molto diverse. Inoltre, qui si tratta di un dono e non di un’appropriazione a danno di un’altra vita. In verità, Dio ci ha insegnato a donare e in quanto al dare non ci ha posto dei limiti, nemmeno il sangue quando questo serve a dare la vita a qualcun’altro.
Pedro

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