CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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01/03/2012 18:47
 
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Gesù disse: Giov 15:13 “Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici”.

Appare chiaro che ad ogni individuo Cristo mostrò comprensione verso la sofferenza guarendone le cause ogni volta che le incontrava, così vuole che noi suoi servitori ci prodighiamo con immenso amore ad aiutare il prossimo con ogni mezzo secondo la fede.

Quindi, in ultima analisi, chi riceve il sangue (“chi lo mangia”), da una persona viva, non riceve il simbolo della vita e neanche dell’espiazione, perché il donatore è vivo; egli non lo ha privato della vita sua, ma semplicemente ne riceve un beneficio vitale attraverso parte di essa, senza nuocere a nessuno. Non credo di dovermi esporre più di quanto Dio non mi sospinga a fare, ma quanto ho appena detto l’ho fatto con certezza di convinzione. Dio ama che noi doniamo anche la nostra stessa vita per salvare un fratello o una sorella; è il gesto più grande che un uomo nel suo amore imperfetto possa fare. Il sangue di un uomo vivo donato ad uomo moribondo non ha nulla a che vedere con l’“astenersi dal sangue” del libro degli Atti, qui si parla di astenersi dal sangue di creature morte o uccise dei quali il simbolo della vita ora sussiste solo nel sangue e non più nell’animale, noi invece stiamo parlando di vivi che in tutti i modi vogliono aiutare il prossimo con ogni esempio di doni e di carità.

È anche certo che il sangue dei vivi rappresenta qualcosa d’importante e avere poco rispetto per esso, farne un uso insignificante, senza scopi precisi e benigni, sarebbe certamente un peccare.

Ma ciò, più generalmente parlando, vale per molte altre cose nella nostra vita.

Come può il Dio misericordioso, rivelatosi nella Persona di Cristo Gesù, accettare la morte di un uomo conseguente al non aver voluto ricevere del sangue donato, per seguire un formalismo religioso ipocrita? Come può il Signore accettare che un uomo lasci morire un suo fratello o una sua sorella, pur avendo egli la possibilità di salvargli la vita donando loro del proprio sangue? Osea 6:6: “poiché io desidero bontà, non sacrifici e la conoscenza di Dio più degli olocausti”.

Leggere: Matt. 12:3-7; i pani di presentazione potevano essere mangiati soltanto dai sacerdoti (Lev. 24:5-9), eppure Davide, è scritto in 1Samuele 21:1-6, che di fronte al pericolo della fame non ritenne di peccare mangiando i pani di presentazione; sentiva anche sicuramente il peso su di lui di altri suoi amici che avrebbero potuto fare una fine triste e, di fronte a quello che c’era in ballo, il resto gli sembrò di minor importanza, ma il bello è che Gesù in questo non gli imputò nessun peccato: Matt.12:3-7.


Pedro

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