CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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01/03/2012 18:49
 
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Le cose sacrificate agli idoli erano i cibi dedicati agli idoli, in genere, si trattava di carni: Atti 15:20.

Riguardo alle carni soffocate, invece, erano gli animali uccisi per soffocamento (probabilmente quasi sempre di piccolo taglio) e dai quali, quindi, non era stato fatto defluire regolarmente il sangue. Il divieto in questo non stava tanto nel non mangiare della carne di un animale ucciso per soffocamento, come se il problema fosse legato al tipo di uccisione dell’animale da mangiare, ma al fatto che questa operazione si proponeva spesso per un tipo di preparazione della carne che non avrebbe escluso dalla pietanza il sangue dell’animale ucciso (Paolo spiegherà che il cristiano è libero di comprare quello che vuole al mercato).

Il credente non peccherà comprando carne soffocata, non dovrà fare inchieste del genere a motivo di coscienza, perché il divieto come detto prima sussiste non su questo, ma sul mangiare il sangue.

Inoltre, è utile dire che non bisogna comprendere in modo errato le parole di Paolo, ad esempio, in Colossesi 2:16-17; 1Corinzi 10:25-31 e in altri passi del Nuovo Testamento che parlano similmente, come se in tali concetti venisse, implicitamente, detto che si può mangiare anche il sangue degli animali.

Paolo stesso invece andò, dopo la decisione del Concilio, fra i cristiani che venivano dal paganesimo, a prodigarsi per trasmettere le decisioni conciliari (Atti 16:1-5 [v. 4]), in esso prese, tra cui il divieto di mangiare il sangue. Vedere anche: Atti 15:1-2,6,19-20,22-23,28-29; Atti 21:25.

Paolo, quindi, andò fra i pagani convertitisi al cristianesimo, e oltre a predicare il Cristo, predicò anche le direttive del Concilio, per cui egli non può in alcun modo essersi contraddetto in questo senso.

Gesù, inoltre, non tollera coloro che, con consapevolezza, sentimento e spirito di approvazione, mangiano carne sacrificata agli idoli: Ap.2:20.

Paolo spiegò che c’era la libertà di mangiare carni sacrificate agli idoli solo per coloro che non ne erano partecipi della preparazione cerimoniale e che, inoltre, nel mangiarle, quando dovesse capitare, non vi fosse uno spirito di approvazione.

Nella decisione conciliare riguardo al non mangiare le carni sacrificate agli idoli, l’intento era quello di far astenere i credenti cristiani, venuti dal mondo pagano, da qualsiasi atteggiamento vecchio nei confronti degli idoli, dal partecipare alle usanze pagane, ai sacrifici, dal mangiare la carne sacrificata con una personale partecipazione, credendo di ricevere un beneficio, legati ancora a residui di fede nei vecchi idoli e soprattutto dal mangiarla con spirito di approvazione; quindi, in pratica, astenersi dall’idolatria che implica l’oggetto da una parte e la devozione dall’altra.

Qui viene condannato chiunque che, nel mangiare la carne sacrificata agli idoli, lo facesse a causa di devozione, e non se lo facesse per altri motivi non legati a fede e devozione agli idoli.
Pedro

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