CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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Sesso: Maschile
19/02/2012 19:45
 
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Perché annullarlo il secondo? Sarebbe lecito allora per chiunque annullarne qualcun’altro? Magari quello del “non rubare” o del “non uccidere”? Direi proprio di no! Ma per la Chiesa Cattolica il secondo comandamento non c’è più. Gesù disse che chi non rispetterà uno solo di questi minimi comandamenti non ne avrà mancato solo uno, ma tutti. La Chiesa Romana riguardo al secondo comandamento fa peggio di quanto faceva la religione giudaica al tempo di Gesù riguardo al quinto comandamento (“onora tuo padre e tua madre”) del quale “semplicemente” ne avevano mutato in parte la sostanza del messaggio (Marco 7:4-13, Matt. 15:1-9). La Chiesa Cattolica non si è limitata a mutare il significato di un comandamento, ma ne ha completamente annullato uno (il secondo). Infatti, nei dieci comandamenti cattolici manca il secondo dei dieci delle Sacre Scritture. Essa (la Chiesa Cattolica) ha sdoppiato il decimo, facendolo diventare due comandamenti anziché uno solo, per recuperare il posto del secondo comandamento tolto. Chissà cosa direbbe Gesù riguardo agli ecclesiastici cattolici, se anziché 2000 anni fa, fosse venuto oggi sulla terra, certamente gli avrebbe trovati più ipocriti dei farisei e degli scribi del suo tempo.

Se uno manca un comandamento, in realtà gli ha mancati tutti: Giacomo 2:8-12.

Colui che ha detto: “non commettere adulterio”, ha anche detto: “non uccidere”, “non prostrarti davanti ad immagini e statue” e così via dicendo (Esodo 20:1-17). Chi non rispetta il secondo comandamento è un trasgressore di tutto il decalogo. I comandamenti divini biblici sono dieci (Deut 4:13), mentre quelli in seno alla Chiesa Cattolica non sono più dieci, ma nove.


A portare ulteriore fermezza al fatto che il comandamento del Signore del non prostrarsi davanti a sculture e immagini sia il secondo in posizione nel decalogo biblico e non parte del primo (come dicono invece i teologi cattolici), e che il decimo non vada diviso in due, c’è qualcosa di importante, anzi due:


1) Alla fine del decimo comandamento è detto: Esodo 20:17 “Non desiderare... né cosa alcuna del tuo prossimo”; Deut. 5:21 “Non desiderare... né cosa alcuna del tuo prossimo”. Con queste ultime parole il comandamento vuol chiudere gli esempi del non desiderare le cose del prossimo, avendone elencate alcune prima; quindi, le ultime parole in sé racchiudono ogni cosa del prossimo che la bramosia dell’uomo può tentare di voler ottenere. Come si può voler dividere questo unico comandamento biblico in due, quando è molto chiaro che nelle sue ultime parole si definisce l’avvertimento divino verso ogni tipo di desiderio e per qualsiasi tipo di cosa del prossimo? Dividerlo in due porta il nono comandamento cattolico ad essere, in parte, ripetitivo del decimo (sempre di quello cattolico) e allo stesso tempo inutile, visto che nell’ultimo riviene definito il concetto di bramosia in modo più completo e ampio.
Pedro

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