CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 19:50
 
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Per quanto riguarda il fatto che Paolo parli che non vi è più obbligo neanche nei confronti delle feste dei sabati, egli vuol semplicemente fare intendere che le cerimonie, i riti, i sacrifici legati a quel giorno non sono più necessari e neanche utili e di conseguenza non vanno più svolti. Tuttavia, onorare il settimo giorno in modo particolare (ovvero il sabato ebraico), ma come del resto tutti i giorni, è ancora oggi un dovere di ogni buon cristiano che deve astenersi dal lavorare in tale giorno.

Riguardo al giorno del riposo, il significato è nel riposo di Dio nel settimo giorno della creazione, dopo che in “sei giorni” creò l’opera sua. In Deut 5:12-15 non si contraddice quanto detto in Esodo 20:8-11 riguardo al significato del riposo del settimo giorno da santificare. Al momento in cui in Deuteronomio, Mosè al c.5 rievoca il decalogo sono trascorsi già più di trentott’anni dal momento in cui la legge è stata data. Il libro del Deuteronomio non è soltanto la ripetizione o copia di leggi già date, ma anche una ricapitolazione fatta in circostanze particolari, per un fine particolare. Nell’Esodo, Levitico e Numeri la legislazione viene presentata come in via di promulgazione, nel Deuteronomio la legge viene rappresentata nel suo insieme e in un certo modo spiegata. Il ricordarsi di essere stati schiavi in Egitto, in Deut. 5:15 non serve a spiegare perché il settimo giorno è da santificare, ma nel contesto vuole semplicemente, ricordare quanto Dio aveva fatto per il suo popolo; esso doveva dietro tali parole avere ulteriore spinta nel proporsi ad osservare il settimo giorno del riposo. Osservare tale giorno non significa più osservare le cerimonie e i riti legati al sabato ebraico, perché questi sono stati abrogati. Il quarto comandamento dice semplicemente e solamente di astenersi dal lavoro in tale giorno; il resto, le cerimonie e i riti che andavano in connessione con il settimo giorno del riposo nell’antico patto sono stati abrogati in Cristo, infatti e comunque mai elencati nell’ordine formale e perenne del quarto comandamento. È vero, che con l’era della grazia inaugurata con il sacrificio di Gesù, noi siamo ogni giorno nel “riposo” di Dio, e lo glorifichiamo sempre, ma è anche vero che un giorno alla settimana Dio ci chiama ad occuparci, esclusivamente, delle cose del Signore, in modo più completo; non lavorando quindi, non si è impediti a farlo.

(Un fedele che sia costretto per motivi seri di lavoro, come i cuochi, camerieri, dottori ed infermieri a lavorare sempre o anche solo a volte, la domenica, deve comprendere a pieno, che il sistema filosofico-culturale del mondo non è quello voluto da Dio e che non ci si può sottomettere all’iniquità e al peccato. Seguire Dio vuol dire anche essere fuori dalle idee e stili di vita del mondo, non solo però da quello che ci è più semplice evitare, ma anche dalle cose che più possono, nel momento in cui le contrastiamo, crearci problematiche difficili da risolvere. Il credente non deve adeguarsi all’iniquo sistema del mondo odierno, bisogna invece avere la fede, l’amore, l’ubbidienza e il coraggio per andare quando è necessario e giusto contro-corrente, rischiando ogni cosa per il nome del Signore. Ad ognuno spetterà poi trovare le soluzioni migliori per meglio risolvere le varie problematiche che potrebbero insorgere nel voler rispettare a pieno i comandamenti di Dio e in questo caso il quarto. Una soluzione per i credenti lavoratori come i cuochi, camerieri, dottori, infermieri, ecc., potrebbe essere, in ultima analisi, oltre alla possibilità di chiedere di farsi sostituire la domenica, [senza però diventare promotori di nomi di colleghi o altri, al fine di farsi sostituire, perché ricordiamoci che se è santo e giusto ubbidire ad un comandamento del Signore, non lo è però portare altri a trasgredirlo, specialmente se credenti come noi] quella di non accettare retribuzioni di alcun tipo per le prestazioni che si dovrebbero svolgere in tale giorno. Così facendo, pur dovendo lavorare in giorno di domenica, si rispetterebbe ugualmente il comandamento, in quanto questi servizi sarebbero vissuti come un’opera pienamente caritatevole nel Signore; venendo a mancare pienamente l’introito, quello sarebbe unicamente un servizio svolto nel e per il nome del Signore e non un lavoro. Ad ogni modo anche in tal caso, ognuno si senta responsabile nel giorno di domenica di riservarsi un tempo sufficiente alla preghiera e meditazione in modo particolare [del resto ciò non dovrà mancare nemmeno gli altri giorni] e di santificarlo pienamente gioendo in comunione con altri fratelli e sorelle nell’adunanza al culto domenicale. Il settimo giorno è il giorno del riposo di Dio nella creazione. Questo giorno per i cristiani dev’essere un tempo propizio per la riflessione, il silenzio, lo studio, la meditazione e il culto fraterno, che favoriscono la crescita della vita interiore e cristiana. In questo giorno siamo tenuti ad astenerci dal lavoro. Tale giorno è necessario inoltre, perché, durante la settimana, il lavoro in qualche modo obbliga i credenti ad occupare minor tempo per le cose di Dio e spesso addirittura li priva dell’adunanza al culto, così, la domenica, il fedele può liberamente partecipare al culto fraterno e dedicarsi esclusivamente alle cose di Dio, alle quali magari era stato impedito parzialmente o non, gli altri giorni).


Pedro

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