CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 19:53
 
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È inverosimile che dopo tanti segni e miracoli operati dal Dio Yahweh, Aaronne, soprattutto, ma anche il popolo, potessero credere e invocare un altro dio, fuori del Dio Yahweh; infatti lo chiamarono appunto Yahweh. Dio come parlò a Mosè, in alcune occasioni aveva parlato direttamente anche ad Aaronne: Esodo 4:27; c.7:8-10; c.9:8; c.12:1-3, c.12:43; ecc..

Il Signore Yahweh aveva parlato anche ad Aaronne, in modo diretto, e quando egli inaugurò il vitello d’oro, non poté non farlo in onore del Signore di Mosè, che gli aveva parlato personalmente; infatti lo chiamò appunto Yahweh: “Domani sarà festa in onore di Yahweh (SIGNORE)”, il Signore d’Israele, Colui che gli aveva parlato direttamente e che aveva operato grandi prodigi e segni per mezzo suo e di Mosè, davanti al popolo intero.

Nel richiedere ad Aaronne di fare loro un “dio”, il popolo non intendeva dire un “dio” che prendesse il posto di Yahweh, il Dio dei loro padri e di Mosè, ma piuttosto un visibile e tangibile oggetto da seguire col nome e nel nome di Yahweh (un po’ come fanno i cattolici): Esodo 32:1.

Aaronne in virtù di questo accondiscese alla loro richiesta, e presi gli anelli d’oro del popolo, “...dopo aver cesellato lo stampo, ne fece un vitello di metallo fuso...” Esodo 32:4. Come abbiamo già visto, Aaronne non poteva credere ed accettare tale cosa (da parte del popolo), se non in onore del Dio Yahweh: “Domani sarà festa in onore di Yahweh” che aveva a lui parlato e che aveva operato prodigi meravigliosi, di cui egli stesso a volte ne era stato lo strumento e il tramite. Con quella immagine fusa si supponeva, in qualche modo, nell’ignoranza del popolo d’Israele, di aver rappresentato l’Iddio dei loro padri, il Signore di Mosè (Salmo 106:19-20). Si veda poi, come in 1 Re 7:29,36 viene detto che furono scolpiti oltre a dei cherubini nel tempio del Signore anche dei buoi e dei leoni (vedere anche 1 Re 7:25). Per un vitello d’oro il Signore si era adirato ferocemente e si era accesa la sua ira sul popolo uscito dall’Egitto, invece, per i buoi e i leoni del tempio non avviene la stessa cosa. In realtà, non è l’immagine in se stessa o la scultura che è in abominio a Dio (a meno che non vi sia raffigurato o scolpito qualcosa o qualcuno in modo non appropriato), ma il culto che si pretende voler rendere a questi. In quel caso il vitello d’oro fu fatto per offrire attraverso di esso un culto al Signore Yahweh che invece è Spirito; in questo caso i leoni, i buoi e i cherubini, servivano di abbellimento e, in alcuni casi, anche per pura simbologia; nient’altro, nessun culto doveva essere reso ai cherubini, ai buoi o ai leoni (specialmente poi attraverso loro rappresentazioni), ma solo a Dio e solo in spirito e verità, come Egli è: Giov. 4:23-24.

Questi non furono mai costruiti e scolpiti a scopo di culto, come invece avviene oggi in ambito cattolico per le numerosissime immagini e sculture e quant’altro, ma solo per ornamento e a volte anche per puro senso simbolico. Il secondo comandamento proibiva e proibisce il prostrarsi davanti ad alcun tipo di immagini e sculture e soprattutto il servirle: Esodo 20:4-6; Deut 5:8-10.

Gesù disse che ogni forma di culto deve essere resa solo a Dio: Matt. 4:10; Luca 4:8.

Notare poi in 1 Re 7:25, come addirittura nel tempio del Signore, il mare di bronzo posasse su dodici buoi di metallo (che probabilmente rappresentavano le dodici tribù d’Israele) a prova del fatto che Dio non proibiva le immagini, ma solo quelle che sarebbero state usate per un culto e per essere servite. Oggi la legge di Dio riguardo al secondo comandamento rimane invariata in modo assoluto. Il popolo quando costruì il vitello d’oro aveva già ricevuto da Dio il secondo comandamento in forma verbale assieme agli altri nove (i comandamenti scolpiti sulle due pietre, Mosè li ricevette in seguito dal Signore, nei quaranta giorni passati sul Monte Sinai).

Riflessione: Sarebbe cambiato qualcosa se invece del vitello d’oro, Aaronne e il popolo avessero eretto un’immagine rappresentante la forma umana, o una forma astratta, dichiarando sempre che quella immagine era lì come testimonianza della potenza e della Persona del Dio d’Israele, Colui che aveva fatto uscire il suo popolo dall’Egitto? Credo proprio di no! Aaronne e il popolo d’Israele sapevano bene che a farli uscire dal paese d’Egitto non era stato un altro dio (ad esempio un dio egiziano come pensano alcuni teologi cattolici, nel senso che credono che questi si siano, attraverso il vitello, prostrati a una divinità egiziana e non al Dio Yahweh, in quanto erano, essendo usciti dall’Egitto, influenzati dalla tradizione religiosa egiziana; ma rispondo loro con fermezza: è, oltremodo, impossibile che il popolo d’Israele potesse aver concluso che una divinità egiziana protettrice, del popolo d’Egitto, potesse aver agito in contraddizione con i suoi personali legami col popolo del Faraone ed aver aiutato un popolo straniero nemico d’Egitto; è anche, oltremodo, assai improbabile che questi si siano affidati ad un’altra divinità non egiziana, in quanto non ne conoscevano altri all’infuori di quelli d’Egitto, nel quale avevano soggiornato per più di quattrocento anni; è anche improbabile che in quell’occasione abbiano avuto il tempo, il modo, la fantasia, l’immaginazione di inventare una nuova divinità), ma il Dio d’Abraamo, d’Isacco e di Giacobbe, il Dio di Mosè.
Pedro

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