CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 19:55
 
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Il re Ezechia, così, pose fine a questa idolatria; il messaggio ancora una volta è che le immagini, le statue non sono in sé in abominio a Dio. Fino a quando il serpente di rame rimase solo un punto di riferimento per guarire per fede in Dio dal veleno dei serpenti velenosi, questo non fu abominevole ma solo, però, fino al momento che non divenne oggetto di culto. Fare un culto agli angeli, ai santi morti e peggio ancora farlo, attraverso loro immagini e sculture, è in abominio a Dio; questa è idolatria a tutti gli effetti. Gli israeliti avrebbero potuto (come taluni probabilmente fecero) prostrarsi ad offrire incenso davanti a quel pezzo di rame, invocando solo il Signore, e solo in suo onore; ma ciò era ed è, comunque, idolatria e come tale il re Ezechia (uomo giusto) fece a pezzi quello che per il suo popolo era diventato una pietra d’inciampo. Ricordiamoci che non è l’immagine in se stessa che è in abominio a Dio, ma essa lo è quando diventa oggetto di culto, d’adorazione o venerazione. Che sia per Dio, o per i santi, o per gli angeli, questo non cambia niente.

Quindi, teologi cattolici, non ha alcun senso prendere il passo biblico che parla del serpente di rame (Numeri 21:4-9), per giustificare il culto che rendete attraverso immagini e statue a Dio, ai santi e agli angeli, perché bisogna inoltre prendere in considerazione anche il passo biblico di 2 Re 18:1-7, dove chiaramente è detto che quando si arrivò ad offrire incenso (quindi un culto) davanti a quel pezzo di rame, si entrò nell’idolatria. Peggio ancora fate voi teologi cattolici insegnando agli uomini di pregare attraverso queste cose, accendere ceri, invocare morti, prostrarsi e servire immagini e sculture, portarli in processione e quant’altro. Altro che semplice incenso, voi fate molto di peggio. Il serpente di rame doveva essere solo guardato, non ci si doveva prostrare dinnanzi o peggio ancora adorarlo, venerarlo, ecc..

Numeri 21:8-9; gli israeliti dovevano solo guardare il serpente di rame, non lo dovevano adorare, venerare; il “guardare” il serpente di rame implicava solo un atto di fede; il “guardare” è diverso dal “prostrarsi” davanti e dall’adorare e venerare l’oggetto.

Un uomo non pecca d’idolatria se, ad esempio, guarda il sole e ne coglie la bellezza, ma pecca (d’idolatria) nel momento in cui si prostra davanti ad esso, perché ciò implica un culto.

Così è stato per il serpente di rame di Mosè.

Molti israeliti errarono in seguito in questo senso, non si limitarono solamente a guardare al serpente di rame (che simboleggiava un atto di fede), ma gli offrirono incenso e probabilmente gli si prostrarono dinnanzi di continuo: 2 Re 18:4.

“Guardare” al serpente di rame di Mosè, per ricevere la guarigione fisica dai morsi dei serpenti velenosi, era figura della fede nella potente opera del Signore Dio, Cristo Gesù, per ricevere guarigione spirituale dal veleno del peccato (Giov. 3:14-15).

Al punto 2634 del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “L’intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. È lui l’unico intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori. Egli (Eb. 7,25). Lo Spirito Santo stesso, (Rm 8,26-27)”.
Pedro

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