CRISTIANI   Nelle mani del Padre

Noi crediamo unicamente in Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio,
unica VIA, VERITA' e VITA e nostro unico SALVATORE.

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 19:56
 
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Nel passato non sono mai mancate le dispute riguardo all’accettazione o meno dell’arte sacra, intesa come iconografia. Gli ebrei che avevano un più acuto senso spirituale della infinità e perfezione di Dio, in genere, si sono sempre mostrati diffidenti nei riguardi delle arti figurative. Si può chiaramente dire che l’idolo non è sempre la rappresentazione, la scultura, o il dipinto dove viene raffigurato una situazione o un personaggio storico-religioso, ma questi lo divengono per coloro i quali ne sono devoti, e si servono di questi stessi per adorare il Signore o venerare i santi e gli angeli. In pratica, è in particolar modo la devozione che fa divenire l’immagine o la scultura un idolo. Ad esempio, potremmo dire che il denaro in sé non è un idolo, ma lo è per chi ne è troppo affascinato; la stessa cosa vale per il calcio, per chi è devoto di un cantante famoso, ecc.; un cantante non è un idolo in sé, ma può diventarlo per chi ne è in una certa maniera “devoto”.

La “massa” nel mondo, oggi esposta e schiava all’idolatria di ogni tipo, lo è anche nel seno della Chiesa Cattolica, sotto il manto della religiosità. Della gente diviene devota di una persona morta, spesso, perché affascinata dalla storia del “santo”, dai miracoli, dalla bellezza dell’oggetto inanimato che lo rappresenta e ne fa un idolo nel suo cuore attuando un culto di venerazione. Se da parte della Chiesa Cattolica e di tanti altri suoi simili non ci fosse un insensato insegnamento a riguardo e una sempre più crescente e lucrosa pubblicità di codeste cose, venendo a mancare l’occasione non ci sarebbe la forte tentazione da parte del popolo cattolico ad agire con idolatria a riguardo di queste cose.

La giustificazione del culto delle immagini dichiarata, al II Concilio di Nicea (787), contro le opposizioni cristiane contrarie, si fondò principalmente sul fatto che quello che nella Bibbia è scritto può essere rappresentato da immagini, perché ciò aiuta specialmente quelli poco istruiti teologicamente ad avere subito un’idea del discorso storico religioso. Per certi aspetti tale motivazione può essere cosa, limitatamente però, buona. Ma da qui ad arrivare a vivere per queste immagini, facendone degli idoli, a praticare la nostra fede attraverso e con l’intermediazione di altri presso Dio e attraverso gli idoli, c’è molta strada che è stata percorsa. La rappresentazione è in parte giustificata dalla voglia di conoscenza per i poco istruiti e per la possibilità di riceverla nel minor tempo e con più chiarezza, ma se dovessimo giustificare invece quello che accade oggi, l’impresa sarebbe ardua. Cosa si dovrebbe inventare per giustificare tale idolatria? L’immagine di Gesù, ad esempio, non ci è stata tramandata storicamente, e questo ha sempre lasciato campo libero alle svariate interpretazioni degli artisti e alle loro ispirazioni religiose-culturali.

La prima giustificazione della Chiesa Cattolica di oggi, riguardo al culto delle immagini, è la stessa di quella di un tempo, ovvero essa afferma che tale culto è in primo luogo un mezzo attraverso il quale un individuo può conoscere meglio un avvenimento accaduto e un veicolo attraverso il quale si può ricordare meglio e più costantemente Dio stesso. A me però non pare che oggi, come anche nel passato, accada solo questo (anzi, di tutto ciò non vi è la minima traccia o quasi). Vedo nelle persone dare una fondamentale e particolare importanza all’oggetto e a chi vi è rappresentato; è una devozione piena di fanatismo che li porta inevitabilmente ad attuare il culto idolatra che è abominio agli occhi di Dio.

Salomone decorò il tempio di Gerusalemme con sculture di cherubini, ma solo come rappresentazioni, non fini a se stesse, ma semplicemente come arte intesa a rivelare la bellezza della Potenza di Dio e del suo tempio. Infatti, gli ebrei non adoravano Dio attraverso una scultura o un’ immagine (e neanche oggi lo fanno) e tanto meno si sarebbero sognati di venerare gli angeli o i morti, addirittura attraverso delle loro sculture. (Eccetto i casi e i momenti turbolenti del popolo ebreo del passato, in cui venne, proprio per la colpa di idolatria, punito da Dio svariate volte nel corso della sua storia).
Pedro

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