CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 19:58
 
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Il contenuto di tale libro fu composto da un certo Giasone di Cirene, in un’opera che conteneva originariamente cinque libri, questi furono poi sintetizzati, in seguito, da altri scrittori, in unico libro (l’odierno 2Maccabei). Giasone quando scrive sono già passati molti decenni dai fatti che egli descrive e deve essersi basato su fatti oralmente tramandati o scritti da qualcun’altro, o tutte e due le cose insieme dalle quali, poi, lui ne ha preso spunto per la sua opera di cinque libri. L’opera sua non è ispirata, né tanto meno lo è lui, tanto più che se fosse stata Parola di Dio ispirata, gli scrittori, in seguito, non avrebbero osato sintetizzarla da cinque libri in uno solo. Pensate al vangelo di Marco, di Matteo, di Luca, di Giovanni, anche in essi è raccontata una storia, quella di Gesù (il libro di 2Maccabei ma anche il primo narrano invece la storia dei giudei in un drastico periodo), chi si sognerebbe di sintetizzarli? Fare ciò significherebbe tagliuzzare la Parola di Dio; e ciò non sarebbe un atto lecito, ma un atto degno di punizione divina (Proverbi 30:5-6; Deut. 4:2; Ap. 22:18-19), inoltre, il libro ispirato perderebbe tale peculiarità e non sarebbe più parte della Parola di Dio. Uno scrittore ispirato, inoltre, non avrebbe mai potuto scrivere parole come: (parlo di Giasone, l’autore dei cinque libri sintetizzati da altri scrittori in un unico libro) c.15:37-39 (vers.C.E.I.) “...anch’io chiudo qui la mia narrazione. Se la disposizione dei fatti è riuscita scritta bene e ben composta, era quello che volevo; se invece è riuscita di poco valore e mediocre questo solo ho potuto fare....così l’arte di ben disporre l’argomento delizia gli orecchi di coloro a cui capita di leggere la composizione. E qui sia la fine ”. Immaginate, ad esempio, Isaia il profeta che ultimando il suo Scritto Sacro, scrivesse simili cose, certamente non sarebbe ritenuto ispirato; difficile da poter immaginare che uno scrittore ispirato, che scrive sotto la potenza e l’ispirazione dello Spirito Santo, possa pensare e scrivere codeste parole. Nello scritto ispirato tutto è buono e verace e ha pieno valore perché chi guida è Dio, e quello che è scritto è Parola di Dio. Qualcuno potrebbe obbiettare a ciò, dichiarando che anche se i cinque libri di Giasone potevano non essere ispirati, Dio potrebbe, invece aver ispirato gli scrittori che sintetizzarono tale opera in un unico libro, ovvero potrebbero affermare che l’odierno libro di 2Maccabei è ispirato, in quanto il Signore potrebbe aver suscitato negli scrittori l’ispirazione divina, i quali avrebbero usato, come base del loro testo, dei libri storici non ispirati (i cinque libri di Giasone), come d’altronde avviene per i libri 1-2 Re e 1-2 Cronache, nei quali gli scrittori ispirati senza dubbio affermano, a volte implicitamente, a volte esplicitamente, di aver preso le fonti storiche del loro racconto ispirato da altri libri storici non ispirati. Rispondo: innanzi tutto in 1-2 Re e 1-2 Cronache, gli scrittori ispirati fanno assumere alla loro opera una propria personalità individuale dovuta all’ispirazione divina e non compare in alcun modo la vecchia personalità individuale dei libri storici, usati come fonti per il libro ispirato.

Nel libro 2Maccabei, invece, avviene l’opposto; gli scrittori (quelli che hanno sintetizzato l’opera di cinque libri di Giasone) hanno completamente e certamente lasciato la personalità e individualità propria dei cinque libri di Giasone di Cirene; 2Maccabei 2:23-31: “questi fatti, narrati da Giasone di Cirene nel corso di cinque libri, ci studieremo di riassumerli in una sola composizione.Vedendo infatti la massa di numeri e l’effettiva difficoltà per chi desidera di inoltrarsi nelle narrazioni storiche, a causa della vastità della materia, ci siamo preoccupati di offrire diletto a coloro che amano leggere, facilità a quanti intendono ritenere nella memoria, utilità a tutti gli eventuali lettori. Per noi certo, che ci siamo sobbarcati la fatica del sunteggiare, l’impresa non si presenta facile: ci vorranno sudori e veglie, così come non è facile preparare un banchetto e accontentare le esigenze altrui; tuttavia per far cosa gradita a molti ci sarà dolce sopportare la fatica, lasciando all’autore la completa esposizione dei particolari, curandoci invece di procedere secondo gli schemi di un riassunto. Come infatti in una casa nuova all’architetto tocca pensare a tutta la costruzione, mentre chi è incaricato di dipingere a fuoco e a fresco deve badare solo alla decorazione, così, penso, è per noi. L’entrare in argomento e il passare in rassegna i fatti e l’insinuarsi nei particolari, spetta all’ideatore dell’opera storica; curare il sunto della esposizione e tralasciare i complementi della narrazione storica, è riservato a chi fa l’opera di compendio. Di qui dunque cominceremo la narrazione, senza nulla aggiungere a ciò che abbiamo detto nella prefazione: sarebbe certo ingenuo abbondare nei preamboli e abbreviare poi la narrazione storica”.
Pedro

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