CRISTIANI   Nelle mani del Padre

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Libro “Chiesa Cattolica Romana: verità o menzogna?;

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2012 18:50
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19/02/2012 20:05
 
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Egli prostrandosi all’angelo, lo volle onorare e dimostrò riverenza e ringraziamento, molto di meno di quanto oggi dichiarasi faccia ogni “buon cattolico” verso tutti i santi morti, la Madonna e gli angeli, venerandoli, invocandoli e quant’altro.

Ma l’angelo non accettò tale comportamento e atteggiamento nei suoi riguardi e venne dichiarato per ben due volte, e in due occasioni, che solo Dio poteva essere adorato e che perfino solo Lui poteva essere onorato e ringraziato per ogni cosa; l’angelo dichiara che egli era solo un servo di Dio come lo erano i fratelli spirituali di Giovanni, i profeti, ecc..

Se la Chiesa Cattolica osa dire che è lecito quanto si fa con il culto agli angeli e ai santi morti, e che ciò non è adorazione ma venerazione (come se ci fosse qualche differenza tra l’una o l’altra) e che nessun cattolico, pure il più ignorante dell’argomento, prostrandosi e venerando la Madonna, ecc., erra entrando nel culto di adorazione, come si può credere che Giovanni abbia invece agito così?

Se quello che fece Giovanni fu ritenuto sbagliato, figuriamoci quanto possa esserlo di più quello che i cattolici fanno nei confronti dei loro santi, della Madonna, ecc., che va ben oltre.

Oggi si invoca la Madonna, padre Pio, ecc., si chiede a loro ogni sorta di cose e di aiuto, li si onora e si porgono a loro infinite preghiere; la Madonna viene chiamata: “la Regina del cielo”, “la Regina dell’universo”, “la Regina degli angeli”, “Madre Santissima”, “Madre di Dio”, ecc., e le si dedicano rosari interi in ogni parte del mondo, feste, e quant’altro. La Chiesa Cattolica favorisce tali culti abominevoli e li ritiene leciti e graditi da Dio.

Ma se tutto ciò è lecito davanti a Dio, cosa fece Giovanni per meritarsi il rimprovero da parte dell’angelo? Egli non considerò l’angelo come Dio, o come un dio, anche perché se pure avrebbe potuto errare così esageratamente la prima volta, sarebbe inspiegabile come Giovanni avesse potuto sbagliare nuovamente nello stesso modo, per una seconda volta, dopo la prima ammonizione.

Egli, semplicemente, preso dalla situazione, chiaramente non comune, si lasciò andare in una sorta di ringraziamento verso l’angelo, prostrandosi ai suoi piedi, ma ciò venne ritenuto un male, nei confronti di Dio, da parte dell’angelo, perché questi pur essendo un essere spirituale più elevato dell’uomo, rimane pur sempre un servo di Dio come tutti i santi vivi sulla terra e le anime dei credenti in cielo.

Oggi avviene molto di più di quanto fece Giovanni che a sua volta, per lo meno, era giustificato dalla circostanza fuori dal comune che rese lui passibile ad emozioni e sentimenti non del tutto controllabili. Non c’è differenza tra adorazione e venerazione; quale differenza dovrebbe esserci cari teologi cattolici? Queste differenti terminologie, culto di “Latria” per Dio, culto di “Iperdulia” per la Madonna, e culto di “Dulia” per i santi defunti canonizzati e gli angeli, sono pure e fantasiose invenzioni umane, filosofiche e pagane. Esiste un unico culto e per servire unicamente Dio Creatore di ogni cosa.

In Atti 10:25-26 è scritto che Cornelio si inginocchiò per onorare Pietro, ma questi non glielo permise e non accettò. Cornelio non lo acclamò come Dio, o come un dio, ma solo come uomo di Dio, eppure lo scrittore ispirato degli Atti (Luca) scrive: “Ma Pietro lo rialzò dicendo:< Alzati, anch’io sono uomo!>”. Cornelio voleva mostrargli semplicemente un onore che all’uomo non è dovuto e che non è lecito avere, in quanto creatura e non Creatore. Quanto allora ci può essere, e c’è di più errato, nell’atteggiamento specifico e generale della Chiesa Cattolica, nei confronti del culto reso ai santi e agli angeli, che maliziosamente definiscono col termine di venerazione, credendo che così facendo possano, in qualche modo, sfuggire al significato dato al termine “culto” nella Bibbia (Matt.4:10; Luca 4:8), dividendo appunto il culto in due tipi diversi. I teologi cattolici dicono che si entra nell’adorazione quando, compiendo un culto nei confronti di un determinato essere, umano o angelico, lo si consideri Dio o un dio. Ma se il significato vero del verbo adorare, nella Bibbia, è realmente solo questo e non racchiude invece molteplici altri atteggiamenti di devozione, ringraziamento e onore, come poté Giovanni adorare, in questo senso, l’angelo con la sua esperienza cristiana, con l’ispirazione avuta da Dio, oltretutto sapendo di avere di fronte solo un angelo e non Dio?


Pedro

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